GIORNALISTA INTIMIDITA IN VIA CORONEO
Riceviamo e diffondiamo:
Buongiorno, segnalo un fatto accaduto ieri sera, 11 luglio 2024.
Sono andata in via Coroneo, nella zona del carcere, per documentare la protesta dei detenuti in atto.
Polizia e carabinieri avevano chiuso l’accesso alla zona, ma come altri colleghi di altre testate sono rimasta sul posto e mentre filmavo l’edificio del carcere sono stata apostrofata per nome da un signore in abiti civili che, senza qualificarsi, mi ha sollecitata ad allontanarmi.
Mi sono guardata in giro, ho visto che lì attorno c’erano altre persone e mi sono spostata di alcuni metri.
Il civile mi ha seguito, insistendo perché me ne andassi. Ho fatto presente che sono una giornalista, che ai tavolini esterni del bar c’erano alcune persone sedute e quindi se potevano rimanere loro, potevo restare anch’io, per fare il mio lavoro, come del resto altri giornalisti e fotografi che si trovavano nei paraggi.
Il signore, dopo avere sostenuto che le persone al bar stavano consumando e quindi potevano stare lì, mentre io no, ha aggiunto, iniziando ad alterarsi: “lei non è una giornalista, lei fa solo la Nuova Alabarda” (è il nome della testata che dirigo, che esce regolarmente dal 1990, anno di iscrizione al Tribunale).
Gli ho tirato fuori il tesserino ricordandogli che sono iscritta all’Albo dal 1981, e che avevo tutti i diritti di documentare i fatti.
A quel punto ha detto che mi diffidava dal pubblicare foto sue (preciso che non lo avevo mai inquadrato nella videocamera, dato che filmavo dalla parte opposta a quella dove lui si trovava) e che se vedeva una sua foto su facebook mi denunciava. A questo punto gli ho chiesto di qualificarsi, dato che mi stava minacciando, lui ha risposto che mi stava avvisando, non minacciando, che la denuncia sarebbe giunta da parte del suo legale, una denuncia civile di lui che era lì come privato cittadino e non voleva che io pubblicassi sue foto.
Gli ho detto che come privato cittadino non aveva il potere di impedirmi di fare foto di un evento pubblico e mi sono allontanata da lui, pur rimanendo in zona.
Segnalo quindi il comportamento, che non esito a definire intimidatorio, di questa persona, pubblico ufficiale o privato cittadino che sia.
Aggiungo che alcuni mesi fa sono stata già oggetto di comportamento persecutorio da parte di operatori di polizia (tra i quali non mi sembra vi fosse il signore di cui sopra) che mi hanno impedito di diffondere il mio giornale nei pressi della Risiera di San Sabba nella Giornata della Memoria (27 gennaio).
Grazie per l’attenzione
Claudia Cernigoi