SAN GIUSTO D’ORO ALLA CAPPELLA UNDERGROUND, TARGA A PAOLO CONDÒ
Il San Giusto d’oro 2025 va alla Cappella Underground, la targa speciale del premio a Paolo Condò. Lo ha deciso l’Assostampa Fvg, articolazione territoriale della Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti italiani, che organizza il premio – nato nel 1967 su iniziativa del Gruppo Giuliano Cronisti e giunto alla 59.a edizione – con la collaborazione del Comune di Trieste e il sostegno della Fondazione CrTrieste. La decisione è stata assunta dal sindacato regionale dei giornalisti dopo l’attento lavoro di selezione delle candidature svolto dal “comitato dei saggi” coordinato da Furio Baldassi.
“In questi tempi bui che ci è dato vivere – spiega Carlo Muscatello, presidente dell’Assostampa Fvg – pensiamo che una speranza di sopravvivenza vada ricercata nella cultura, nelle arti, nello spettacolo. In quest’ottica abbiamo deciso di premiare i ragazzi di ieri, di oggi e sicuramente di domani che hanno coltivato e coltivano il sogno e le suggestioni del cinema, oasi di evasione ma anche strumento di resistenza culturale in tempi di guerre e di crisi. Da quasi sessant’anni la Cappella Underground, uno dei due più antichi cineclub italiani, è il maggior punto di riferimento a Trieste per gli amanti della settima arte. Dalla prima sede nella piccola “cappella” di via Franca in questi anni la realtà è cresciuta e si è sviluppata e tuttora cresce attraverso tante iniziative. Da pochi mesi può contare anche sulla prestigiosa vetrina del rinnovato Cinema Ariston, storica sala d’essai cittadina, ora gestita proprio dalla Cappella Underground”.
“La targa speciale a Paolo Condò – aggiunge Muscatello – è il dovuto riconoscimento a un giornalista triestino che ha saputo scalare tutte le tappe di una carriera di prim’ordine: dai primi passi al “Piccolo” di Trieste ai tanti anni come firma prestigiosa della Gazzetta dello Sport, poi il passaggio a Repubblica e Sky, fino all’attuale approdo come editorialista del Corriere della Sera. Condò, autore anche di vari libri, è da anni l’unico giornalista italiano nella giuria del Pallone d’oro”.
La cerimonia di consegna del premio e della targa si terrà nelle prossime settimane, come da tradizione, nell’aula del consiglio comunale del Municipio triestino.
Cappella Underground
La Cappella Underground nasce nel 1968, come spazio creativo ed espositivo nella ex cappella di via Franca 17 a Trieste, con l’obiettivo di creare e promuovere forme d’arte innovative e sperimentali con una forte valenza sociale, anticipando mode e tendenze. Ma è il cinema a rivelarsi ben presto come la forma d’arte e di comunicazione sociale più interessante e innovativa, così il primo febbraio del 1969 viene
Paolo Condò
Paolo Condò è nato a Trieste nel 1958, e dopo gli inizi al settimanale “Trieste Sport” è diventato giornalista professionista al “Piccolo” nel 1983. Nel 1984 si è trasferito a Milano, chiamato dalla Gazzetta dello Sport, dove ha lavorato come redattore, inviato e capo redattore del settore Calcio per 31 anni. Nel 2015 ha cambiato orizzonte accettando l’offerta di Sky Sport e diventando opinionista televisivo prima per il campionato e poi per la Champions League: da sette anni è l’unico giornalista seduto al tavolo a discutere con le grandi figure del calcio italiano. Nel 2020 è diventato prima firma calcistica di Repubblica, dal 2025 ricopre lo stesso incarico al Corriere della Sera. Dal 2010 è il membro italiano della giuria internazionale che assegna il premio più prestigioso del calcio, il Pallone d’oro di France Football. Ha scritto numerosi libri, quelli che ricorda con maggiore affetto sono “Duellanti” (2016) e “Porte Aperte” (2021). E poi c’è la storia di Francesco Totti raccontata con lui (“Un Capitano”, 2018) che in quell’anno è stato il volume più venduto in assoluto del mercato italiano, tradotto in ottanta Paesi, e dal quale sono stati tratti un docufilm che ha vinto il David di Donatello e una serie tv. Ha vinto il premio Ischia, il Premiolino, il premio Coni e diversi altri riconoscimenti. Nel corso della sua carriera ha seguito dal vivo sette Mondiali, sette Europei, quindici finali di Champions, due Olimpiadi e otto Giri d’Italia. Sostiene di avere “molti più progetti che ricordi…”.
