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  • Da: Assostampa FVG
  • ottobre 01, 2012

SOLIDARIETA’ A PECILE E ALTRI GIORNALISTI FERMATI A CUBA

L’Assostampa Fvg è al fianco del proprio vicesegretario Domenico Pecile, cronista del Messaggero Veneto, e degli altri tre giornalisti italiani arrestati e poi rilasciati a Cuba. I quattro erano arrivati nei giorni scorsi nell’isola per intervistare Reiver Laborde Rico, il giovane cubano accusato con la sorella – rea confessa e detenuta in Italia – del duplice omicidio di Lignano. All’origine del fermo problemi di carattere amministrativo: entrati a Cuba con visto turistico, ai quattro giornalisti sarebbe stato contestato di trovarsi sull’isola per ragioni di lavoro. Probabilmente rischiano l’espulsione in quanto persone non gradite. Ma i giornalisti italiani stanno facendo i conti con le numerose restrizioni alla libertà e con la censura imperante nel regime di Raul Castro, che sebbene dalla sua ascesa al potere nel 2008 ha concesso alcuni diritti al popolo, come quello di soggiornare in hotel e acquistare telefoni cellulari, rimane un paese senza libertà di stampa e informazione, con la carcerazione spesso durissima degli oppositori politici e dei giornalisti indipendenti. Secondo l’associazione Reporter senza frontiere, che ogni anno aggiorna il Press Freedom Index, Cuba è al 167° posto su una classifica che conta 179 nazioni, per libertà di stampa, preceduta da stati come Cina, Bielorussia, Birmania, Iran, Siria e Corea del Nord. La battaglia per la libertà di stampa e di informazione, in Italia e nel mondo, è da sempre in cima all’agenda per il sindacato dei giornalisti italiani.
“Fa rabbrividire la notizia dell’arresto dei quattro giornalisti italiani fermati dalla polizia, a Cuba, mentre svolgevano il loro lavoro di cronisti sulle tracce dei presunti assassini di Lignano Sabbiadoro”. Lo ha dichiarato il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi. Nell’esprimere “piena solidarietà e sostegno ai quattro colleghi”, il segretario del sindacato dei giornalisti italiani manifesta “la più ferma riprovazione e lo sdegno per l’azione della polizia cubana che li ha sottoposti a fermo nel corso della loro attività di ricerca e verifica di notizie su un delitto compiuto in Italia”. “Il rilascio, dopo un lungo interrogatorio – ha sottolineato Siddi – certamente non cancella la portata di un’operazione contraria alla libertà e al rispetto per il bene dell’informazione libera. L’aggravante del sequestro dei documenti e la cancellazione delle riprese e delle fotografie, evidenzia un atteggiamento ostile e grave verso l’informazione che non possiamo accettare né condividere”. Per un interessamento sul caso, Franco Siddi ha immediatamente attivato la Federazione Internazionale dei Giornalisti (Ifj), della quale è componente del Comitato esecutivo. “Promuoveremo – ha aggiunto il segretario della Fnsi – ogni azione utile perché la libertà di informazione sia pienamente rispettata anche a Cuba, così come facciamo ogni qualvolta si ricorre a strumenti coercitivi e alla galera per fermarla”. “Nessuno – ha concluso Franco Sddi – può pensare di coprire e nascondere le notizie di interesse pubblico senza che si levi una ferma indignazione e protesta che la Fnsi esprime con forza insieme all’Ifj”. Al Governo italiano, l’invito di Siddi ad insistere nell’azione diplomatica perché sia fatta chiarezza sul gravissimo episodio”.