0 Liked
  • Da: Assostampa FVG
  • aprile 27, 2011

ANCHE IL PD VUOLE IL BAVAGLIO

Anche il Pd scende in campo contro le intercettazioni. In una proposta di legge appena presentata alla Camera, primo firmatario Antonello Soro, si spiega che le intercettazioni sono utili per l’attività investigativa, ma non si possono «disconoscere gli effetti perversi della diffusione di tali contenuti su stampa e televisione». «Troppo spesso, infatti – si legge nella relazione – nelle intercettazioni pubblicate sui giornali compaiono, spesso per circostanze del tutto casuali, persone totalmente estranee alle indagini, oppure vengono riportati particolari intimi, attinenti alla vita privata dei singoli, che pur non avendo alcun rilievo penale, vengono amplificati unicamente per solleticare la fantasia pruriginosa del pubblico». «In questo modo – spiega ancora Soro – la vita privata di tante persone, la cui unica colpa è quella di essere citate nel corso di una conversazione telefonica, spesso con affermazioni non precise o non veritiere, entra in un barbaro tritacarne». «Occorre porre un limite a questa deriva – aggiunge il deputato del Pd – e tuttavia, la risposta non può venire da soluzioni meramente repressive, con sanzioni sproporzionate ed ispirate più ad una logica vendicativa che ad una seria politica di prevenzione del danno. Si dovrebbe invece cercare il giusto bilanciamento fra le esigenze di informazione sui fatti di interesse pubblico e la tutela della sfera privata delle persone». Pertanto nel progetto di legge si prevede l’adozione da parte dell’Ordine dei giornalisti di un Codice di deontologia da adottare entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, con tanto di sanzioni pecuniarie amministrative per i trasgressori. Tale Codice dovrà essere promosso dal Garante per la protezione dei dati, ma la sua adozione spetterà direttamente al Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Solo in caso di inerzia di quest’ultimo, il Codice sarà adottato dallo stesso Garante nei 30 giorni successivi. Le disposizioni del Codice, sottolinea l’esponente del Pd, «non saranno semplici norme di buona condotta da applicare all’interno della categoria professionale, magari con logiche corporative. Saranno invece regole dell’ordinamento generale, valide per chiunque scriva od operi sui mezzi di informazione: il loro rispetto potrà dunque essere fatto valere davanti al Garante o al giudice ordinario». La redazione delle nuove disposizioni, insiste Soro, consentirà «di utilizzare e sistematizzare la ricca giurisprudenza e le numerose pronunce del Garante emanate a partire dall’adozione, avvenuta ormai quasi 13 anni fa, del Codice generale dei giornalisti oggi vigente, che contiene solo alcuni principi generalissimi, quanto mai bisognosi di specificazione e chiarimento, oltre che di un necessario aggiornamento anche alla luce dell’evoluzione nel frattempo verificatasi nel mondo dell’informazione».