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  • Da: Assostampa FVG
  • aprile 20, 2007

Anche Piccolo e Messaggero Veneto in sciopero

TRIESTE L’Assostampa del Friuli Venezia Giulia è al fianco dei colleghi del “Messaggero Veneto” di Udine e del “Piccolo” di Trieste, ieri in sciopero per esprimere la totale solidarietà ai giornalisti di “Repubblica” al terzo di sette giorni di sciopero per difendere il diritto alla concertazione e per difendere la dignità e il ruolo fondamentale del lavoro giornalistico all’interno di qualsiasi impresa editoriale.

I Cdr del Gruppo Espresso Repubblica denunciano con forza – in una nota – il rifiuto dell’azienda di aprire qualsiasi negoziato con la rappresentanza sindacale, applicando unilateralmente un’interpretazione, contestata dallo stesso Sindacato nazionale dei giornalisti, dell’art. 34 del Contratto nazionale di lavoro sui poteri negoziali dei “Coordinamenti”. Rifiuto al negoziato che ha già portato il Cdr di Repubblica, in seguito alla sospensione delle sostituzioni per malattia lunga adottato dall’azienda, a proclamare sette giorni di sciopero consecutivi, decisione senza precedenti nella storia del Gruppo Espresso.

La situazione non è migliorata dopo le dichiarazioni di Carlo De Benedetti. I sette giorni di sciopero a Repubblica – ha detto – rappresentano “un fatto senza precedenti” e una “situazione che evidentemente ci amareggia, ma è altrettanto evidente che non possiamo accedere alle richieste di trattare il terzo livello di contrattazione”. Per il presidente del gruppo Espresso Repubblica “di fronte a cambiamenti strutturali ed epocali, bisogna introdurre elementi che mettano le aziende in condizioni di reagire prontamente alle mutazioni del mercato. Pensiamo che si debba ridurre la progressività automatica degli aumenti dello stipendio, una cosa che non hanno nemmeno i magistrati”.
Il sindacato dei giornalisti continua a dichiarare la propria disponibilità a discutere dei cambiamenti strutturali ed epocali del mondo dell’informazione e delle conseguenze che questi hanno sul nostro mestiere. Ma rifiuta ogni resa senza condizioni, come vorrebbe De Benedetti, e ogni tentativo di delegittimare il sindacato sia a livello nazionale sia aziendale, impegnato a difendere la dignità anche economica di chi lavora dentro e fuori le redazioni italiane.