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  • Da: Assostampa FVG
  • novembre 08, 2012

APPROVATA IN SENATO, CON EMENDAMENTI MIGLIORATIVI, LA LEGGE SULL’EQUO COMPENSO DEI FREELANCE

E’ stato approvato questo pomeriggio (7 novembre) in Commissione Lavoro del Senato (con voto unanime, contraria la Lega Nord) la legge sull’equo compenso dei giornalisti freelance.
Il testo-base unificato, elaborato nei giorni scorsi dalla Comitato ristretto della Commissione, è stato emendato in senso migliorativo, accogliendo 2 su 3 degli emendamenti avanzati dall’intero gruppo del Pd (e, con formulazioni consimili, dall’Idv), e poi sottoscritti ed approvati anche dagli altri gruppi (tranne la Lega).

E’ passato quindi l’emendamento che prevede che la determinazione dell’equo compenso debba avvenire "IN COERENZA CON I" (e non più "tenuto conto dei") TRATTAMENTI PREVISTI DALLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA NAZIONALE di categoria in favore dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro subordinato.
Tale formulazione rende quindi ora CERTO che il livello retributivo di riferimento per i collaboratori DEVE essere quello del contratto collettivo nazionale di categoria, e ciò non può essere “interpretato” o -al limite- eluso.

Passa anche l’emendamento (riformulato rispetto alla stesura originaria) per cui dal 1° Gennaio 2013 la mancata iscrizione nell’elenco degli editori che rispettano l’equo compenso per un periodo superiore a SEI MESI (e non più un anno, come previsto nel precedente testo unificato) comporta la decadenza dal contributo pubblico in favore dell’editoria e da eventuali altri benefici pubblici, fino alla successiva iscrizione.

E’ QUINDI UN SOSTANZIOSO PASSO IN AVANTI: NON SOLO L’APPROVAZIONE DELLA LEGGE IN SENATO, MA SOPRATTUTTO L’APPROVAZIONE DI DUE EMENDAMENTI MIGLIORATIVI FONDAMENTALI PER L’EFFETTIVA TUTELA DEI DIRITTI DEI FREELANCE, che si assommano ad altri miglioramenti introdotti rispetto alle ipotesi di emendamenti che erano circolati informalmente nelle settimane scorse, dopo il "blocco" sostanziale dell’iter della legge che si era registrato in luglio.
Ora la palla passa alla Camera, che dovrà ratificare la legge emendata dal Senato prima che termini la legislatura.