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  • Da: Assostampa FVG
  • febbraio 17, 2006

Assostampa coi colleghi del “Piccolo”

TRIESTE L’Assostampa del Friuli Venezia Giulia è al fianco dei colleghi del “Piccolo” di Trieste, che ieri sono entrati in stato di agitazione “a fronte del perdurare e dell’aggravarsi della precarizzazione dell’organico del giornale (da due anni i colleghi che lasciano il lavoro vengono sostituiti solo con contratti a termine), del continuo aumento dei carichi di lavoro e del mancato impegno per le sostituzioni estive”.
Purtroppo il caso del quotidiano triestino non è isolato e si inserisce in un quadro nazionale caratterizzato dalla difficile lotta dei giornalisti italiani per il rinnovo del contratto scaduto da un anno (e che ha già portato a sette giornate di sciopero) e per il rifiuto della precarizzazione del lavoro giornalistico. Il sindacato dei giornalisti pone infatti agli editori e al Paese il problema di migliaia di giornalisti precari, più facilmente ricattabili proprio per la loro posizione di incertezza.
A ciò si aggiunge il fatto che la Fieg, i cui rappresentanti nel cda dell’Inpgi (l’istituto di previdenza dei giornalisti) avevano votato a favore della riforma pensionistica, ha sconfessato se stessa con un atto di ritorsione nei confronti della posizione della Fnsi per il rinnovo contrattuale. La vicenda della riforma pensionistica va invece sganciata da quella relativa al contratto di lavoro per avviare in tempi rapidi un processo di consolidamento strutturale dei conti dell’Inpgi che preservi le pensioni in essere e quelle future. Il sindacato dei giornalisti non accetta “scambi” di alcun genere e attacchi all’intero sistema delle tutele e delle rappresentanze della categoria dei giornalisti, mentre è disposto a sedersi immediatamente al tavolo per la trattativa contrattuale che accetti l’esigenza di tutelare e dare dignità a migliaia di giornalisti con rapporto di lavoro autonomo, di regolare con accordi precisi le flessibilità nel lavoro giornalistico, di preservare il sistema retributivo, le qualifiche, gli incarichi funzionali e, quindi, l’autonomia dei giornalisti italiani.