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  • Da: Assostampa FVG
  • ottobre 06, 2011

BAVAGLIO ALLE NOTIZIE, CARCERE AI GIORNALISTI

Il comitato dei nove della commissione Giustizia della Camera ha approvato l’emendamento che prevede il carcere per i giornalisti che pubblicano intercettazioni "irrilevanti". Via libera anche alle norme che vietano la pubblicazione delle intercettazioni fino alla cosiddetta udienza filtro. Modifica la cosiddetta norma anti-blog: avranno obbligo di rettificare entro 48 ore solo le testate on-line che risultano registrate.

Il comitato dei nove ha infatti dato parere favorevole a due emendamenti del Pdl che da una parte prevedono il carcere per i giornalisti che pubblicano intercettazioni "irrilevanti" e dall’altro vietano la pubblicazione delle intercettazioni fino alla cosiddetta udienza filtro. Giulia Bongiorno (Fli), precedente relatrice del testo, ha lasciato l’incarico in segno di protesta. Un’accelerazione che manda a gambe all’aria l’atteggiamento del Terzo polo che portava avanti un approccio "dialogante" con la maggioranza. Il carcere è previsto in un emendamento a firma di Manlio Contento (deputato eletto nel FVG) . Reclusione da sei mesi a tre anni per quei giornalisti che pubblicano le intercettazioni irrilevanti. "La modifica – spiega il deputato – si è resa necessaria perché nel testo licenziato un anno fa avevamo previsto la sanzione penale solo per la pubblicazione degli ascolti espunti o per quelli che andavano distrutti". Le intercettazioni irrilevanti saranno sia quelle che dopo l’udienza-stralcio vengono ‘chiuse’ nell’archivio di segretezza, sia quelle che il pm non fa trascrivere quando manda al giudice una richiesta di misura cautelare. L’intenzione di rinunciare all’incarico di relatrice del ddl intercettazioni la deputata futurista l’aveva preannunciata ieri durante la conferenza del Terzo polo, spiegando che avrebbe preso quella decisione nel caso fossero passate proposte che di fatto portavano al black out dell’informazione, con una stretta sulla pubblicazione degli atti. L’emendamento Pdl non consente neanche di riportare per riassunto o nel contenuto le telefonate registrate. La Bongiorno chiedeva di restare fermi al testo licenziato un anno fa grazie alla sua mediazione che invece permetteva di riportare almeno il contenuto della intercettazioni fino all’udienza-filtro. "Non mi riconosco in questo testo e trovo inaccettabile che sia bastato uno schioccar di dita del premier per mandare in fumo due anni e mezzo di lavoro per cercare un accordo", taglia corto la Bongiorno. "Con questa modifica, tutte le intercettazioni che nel corso del tempo verranno conosciute anche dalla difesa, non solo non potranno essere pubblicate nel testo, e questo va bene, ma non se ne potrà nemmeno dare notizia".

Protestano Fnsi e opposizioni, pronte a tornare in piazza.