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  • Da: Assostampa FVG
  • novembre 28, 2011

CDR RAI, RIFORMA NON PIU’ RINVIABILE

L’assemblea dei Cdr Rai chiama in causa il governo per “risolvere” la vertenza Rai, ovvero “salvare e rilanciare il Servizio pubblico radiotelevisivo”. Le azioni del nuovo esecutivo per far ripartire il sistema Italia non possono non tener conto anche della questione Rai. “Non è più rinviabile – è scritto in una nota – la riforma della governance che finalmente sottragga la Rai dal controllo dei partiti”. E l’assemblea nazionale dei Comitati di redazione della Rai formula la proposta che già nei giorni scorsi l’Usigrai con il segretario Carlo Verna aveva accennato: se non è possibile un’articolata legge che diversifichi, definendole, le fonti di nomina, allora si faccia almeno una “leggina”, varabile in pochi giorni, “che affidi la scelta delle persone al presidente della Repubblica, sentiti i presidenti delle Camere”. L’assemblea, nel documento finale, tocca anche il tema conti, e parla di “situazione preoccupante”, con l’azienda chiamata a dare risposte soddisfacenti che passino in primo luogo per piani di investimento, riorganizzazione e sviluppo. “I giornalisti sono pronti a far la propria parte con responsabilità: non abbiamo privilegi o rendite di posizione da difendere. Siamo pronti a discutere anche l’attuale assetto organizzativo della Rai”. Serve, poi, “certezza di risorse”. Il canone “non è un totem – afferma l’assemblea dei Cdr Rai – ma abbiamo bisogno di una fonte certa per finanziare i prodotti di servizio pubblico”. E poi “bisogna inoltre restituire alla Rai la possibilità di operare come azienda di diritto privato (seppur sotto l’irrinunciabile controllo della Corte dei conti) per poter competere su un mercato in costante evoluzione come quello multipiattaforma”. “In assenza di un’attenzione del nuovo governo, che – concludono i giornalisti Rai – siamo certi non mancherà, alle questioni poste, l’assemblea dei cdr della Rai dà finora mandato all’esecutivo Usigrai di programmare, insieme ai sindacati di lavoratori e dirigenti, una giornata di sciopero”.

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