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  • Da: Assostampa FVG
  • maggio 12, 2014

CON I COLLEGHI DELLA RAI

Il Servizio Pubblico è un bene comune irrinunciabile. Nessun Governo può pregiudicarne il futuro.
Innovare vuol dire costruire. Riformare vuol dire proporre un nuovo futuro. Difendere il servizio pubblico significa garantire la Democrazia. Conservare è invece ciò che fa il Governo, che stringe il cappio del controllo sulla Rai; come e più della vecchia politica. Per questo è pericoloso il decreto che toglie al Servizio Pubblico 150 milioni di euro, versati dai cittadini per la Rai. Il ricorso annunciato dalle forze sindacali ne dimostrerà l’illegittimità, a difesa del patrimonio e dell’indipendenza aziendale, a fronte delle irresponsabili titubanze dei vertici di Viale Mazzini ad agire in giudizio. Ci opporremo a qualsiasi iniziativa della Rai di indebolimento degli asset strategici della presenza capillare sul territorio e di vendita di Raiway, respingendo l’inaccettabile diktat del Governo. Se questo governo vuole davvero cambiare passo deve con urgenza approvare nuove norme per i criteri di nomina dei vertici della Rai, per eliminare il controllo dei partiti, dei governi e delle lobby. Siamo pronti a mettere in campo tutte le azioni necessarie a difendere la Rai e il Servizio Pubblico, fino allo sciopero generale. Pluralismo dell’informazione, produzione culturale e tenuta occupazionale sono messi in serio pericolo dell’improvviso e schizofrenico taglio di 150 milioni di euro. Schizofrenico, oltre che insostenibile, perché da una parte il Contratto di Servizio Stato-Rai indica vincoli precisi a garanzia della diffusione di informazione e contenuti;  dall’altra, attraverso l’azione del Governo, si sottraggono risorse essenziali per il mantenimento di questi impegni, arrivando persino a “suggerire” di ridurre la capacità produttiva attraverso la cessione di asset strategici come Raiway. Curiosa (o sospetta) risulta la scelta di farlo alla vigilia del 2016, anno del rinnovo della Concessione del Servizio Pubblico: una Rai privata di parte di Raiway (che garantisce la trasmissione del segnale), delle Sedi regionali (garanzia di pluralismo nell’informazione) e ridimensionata in tutte le sue aree, arriverebbe monca all’appuntamento, perché privata da tutti quegli elementi che la distinguono. Parificata, cioè, a qualsiasi altro soggetto privato. Per tutti questi motivi ci mobilitiamo a difesa di un bene pubblico richiamando l’attenzione delle istituzioni tutte, oltre che delle associazioni, della società civile e del mondo della cultura e dell’informazione.
(Usigrai e altri sindacati Rai)