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  • Da: Assostampa FVG
  • febbraio 24, 2017

CONDANNATI I BOSS CHE VOLEVANO UCCIDERE GIOVANNI TIZIAN, LA FNSI: «SENTENZA STORICA, VICINI AL COLLEGA»

giovanni_tizian

Giovanni Tizian

Giovanni Tizian aveva ragione. Per le sue inchieste, con cui ha svelato le infiltrazioni della ‘ndrangheta in Emila Romagna, il cronista dell’Espresso era finito nel mirino dei boss che volevano «sparagli in bocca». Ora il tribunale di Bologna ha confermato quanto Tizian aveva denunciato e inflitto in tutto 175 anni di carcere a 23 imputati.
«Esprimiamo tutta la nostra soddisfazione per una sentenza storica – dicono Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi –. Per la prima volta, un tribunale ha riconosciuto l’esistenza stabile di un’associazione a delinquere attiva nel territorio bolognese. Ci stringiamo in un abbraccio a Giovanni Tizian e lo esortiamo a continuare a lavorare per illuminare il malaffare ad ogni latitudine, per amore della legalità e per il bene dei cittadini».
Domani il presidente Giuseppe Giulietti, in rappresentanza della Fnsi, sarà a Reggio Emilia per incontrare i cronisti che hanno contribuito a portare alla luce i loschi affari della criminalità in quei territori, insieme con la presidente dell’Associazione Stampa Emilia Romagna, Serena Bersani e con il componente della segreteria della Fnsi, Mattia Motta. Sarà anche l’occasione per ringraziare pubblicamente Giovanni Tizian per il suo impegno e il suo coraggio.

E una delegazione del sindacato dei giornalisti, composta dal presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, Giuseppe Giulietti, dalla presidente dell’Associazione Stampa Emilia Romagna, Serena Bersani, e da Mattia Motta, componente della segreteria della Fnsi, ha incontrato oggi a Reggio Emilia alcuni dei cronisti minacciati per via del loro lavoro di inchiesta, volto a far emergere le infiltrazioni mafiose nella vita economica e sociale della regione.
I rappresentanti dei giornalisti si sono recati nella sede di Telereggio, dove hanno incontrato il direttore Gabriele Franzini e la redazione, e della Gazzetta di Reggio, per incontrare il direttore Stefano Scansani e i cronisti che seguono il processo Aemilia, e hanno poi visto la giornalista Sabrina Pignedoli del Resto del Carlino, altra cronista impegnata nel contrasto dei fenomeni mafiosi, anche lei minacciata.
«Siamo venuti qui, da una parte, a manifestare la nostra soddisfazione perché finalmente sono stati condannati in primo grado i boss che hanno minacciato il giornalista Giovanni Tizian e, dall’altra, per portare ai colleghi la solidarietà della Fnsi e dell’Aser e per rivolgere un appello a tutti i media nazionali affinché illuminino a giorno il processo in atto contro la ‘ndrangheta e riprendano le inchieste dei cronisti locali in modo tale da evitare qualunque omissione», spiegano Giulietti, Bersani e Motta.
«Quel che sta accadendo a Reggio Emilia ha interesse nazionale. Per questo – anticipano il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, e il componente della segreteria, Mattia Motta – abbiamo deciso che in occasione di una delle prossime udienze del processo Aemilia, non solo una rappresentanza del sindacato dei giornalisti sarà presente in aula, ma sarà anche organizzata un’iniziativa nazionale insieme con i giornalisti minacciati, tanti dei quali sono anche colleghi precari, quindi con ancora minori tutele».