Se la conferma di Franco Siddi e Roberto Natale, a segretario generale e presidente della Fnsi, consegna agli annali il XXVI Congresso Nazionale della Stampa Italiana, l’analisi dei risultati infiamma il dibattito che precede l’elezione della Giunta Esecutiva. Un dibattito che ha già aperto profonde riflessioni, soprattutto all’interno della maggioranza. Il listone “Lavoro, qualità e diritti”, che raggruppa Autonomia e Solidarietà, Giornalisti Uniti, Coordinamento delle Associazioni per un Sindacato di Servizio (Basilicata, Liguria, Molise, Puglia, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Veneto), Impegno Sindacale Unitario, Stampa Democratica e Quarto Potere, grazie all’apporto delle ultime due componenti è passato dai 142 voti di Castellaneta ai 174 di Bergamo, ma i 32 voti in più non hanno portato certo tranquillità. In particolare, “sotto osservazione” le preferenze espresse dai consiglieri del Capss rispetto a quelle di Autonomia e Solidarietà. Ai plebiscitari consensi registrati da Siddi e Natale (che nel listone ha ottenuto 20 preferenze in più rispetto a Castellaneta), hanno fatto da contrappeso clamorosi ridimensionamenti e sonore bocciature di importanti uomini della segreteria uscente. A cominciare dal vice segretario Guido Besana, terzo eletto a Castellaneta con 126 voti, che a Bergamo è stato tagliato fuori dal Consiglio Nazionale “per anzianità”, nella corsa per l’ultimo posto utile vinta dal “padre del contratto Fnsi-Aeranti Corallo”, Marco Gardenghi, giocata anche con il coordinatore dei freelance Maurizio Bekar. Dentro per un soffio Lucia Visca, componente del Dipartimento Sindacale, come Besana e Gardenghi, e presidente della Cpo. Degli altri componenti della Segreteria che hanno corso nel listone, tredicesimo e quattordicesimo posto, rispettivamente, per Daniela Stigliano ed Enrico Ferri, una decina di voti sopra la soglia di sicurezza. Il segretario aggiunto Giovanni Rossi ed il vicesegretario Luigi Ronsisvalle sono stati, invece, eletti nella quota di consiglieri nazionali riservata alle delegazioni regionali. La bocciatura di Guido Besana viene giudicata, sia dalla maggioranza che dall’opposizione, ma soprattutto dai comitati di redazione, una preoccupante perdita per il Dipartimento Sindacale, soprattutto per la gestione delle vertenze relative all’emittenza televisiva. E già sono in molti a chiedere a viva voce a Siddi e Natale le dimissioni di qualche consigliere per favorire il ripescaggio. Cinque le donne elette nella quota dei 30 consiglieri nazionali espressi dal congresso: Daniela Scano, Maria Luisa Busi, Daniela Stigliano, Anna Maria Chiariello e Lucia Visca. Quanto alla lista n. 2, PuntoeaCapo raggiunge i 30 voti grazie ad un accordo dell’ultima ora con i dieci delegati milanesi di “Stampa Libera – Mil” di Peppino Gallizzi e Franco Abruzzo, ottenendo due consiglieri per ciascuna delle due componenti. Senza Stampa Democratica e Quarto Potere, la lista di Punto e a Capo perde rispetto a Castellaneta 20 voti e 3 consiglieri. Infine, “Stampa Libera e Indipendente”, conferma i voti ed i 3 consiglieri di Castellaneta, nonostante l’abbandono dell’ultima ora dei 10 delegati di Gallizzi. Nella lista, formata dagli 8 delegati calabresi di Carlo Parisi, dai 6 romani di Paolo Corsini e Massimo Signoretti e dai 3 piemontesi che si richiamano ad Ezio Ercole, sono infatti, confluiti i 5 napoletani della lista unitaria che si richiamano alle posizioni del presidente regionale Enzo Colimoro ed i 2 siciliani della lista Giornalisti Uniti per la Professione di Peppino Gulletta, segretario provinciale dell’Assostampa di Messina. Per insufficienza di firme non è, invece, riuscita a presentare la lista “Senza Bavaglio” di Massimo Alberizzi e Simona Fossati, che non avendo ottenuto neppure consiglieri eletti nelle delegazioni, rimane fuori dal Consiglio Nazionale.