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  • Da: Assostampa FVG
  • gennaio 25, 2011

CONTRO I TAGLI A EDITORIA, CULTURA, SPETTACOLO

Una settimana di mobilitazione, a Roma dal 24 al 29 gennaio, per convincere il Parlamento a fermare la devastazione che si sta compiendo ai danni del comparto culturale italiano. Reintegrando attraverso il decreto Milleproroghe, in discussione al Senato, il Fondo unico dello spettacolo almeno ai livelli del 2008, il Fondo per l’editoria come previsto dalla Legge di Stabilità, il tax credit e il tax shelter con durata triennale e contestualmente la loro estensione a tutto lo spettacolo dal vivo. È quanto annunciano i rappresentanti di oltre 50 sigle appartenenti al mondo dell’informazione, dello spettacolo, dell’istruzione e della ricerca che si sono riuniti in un’affollata conferenza stampa nella sede dell’Fnsi.
Al centro della denuncia, oltre agli scriteriati tagli di bilancio operati dal governo che mettono fra l’altro a rischio 95 testate giornalistiche in cooperativa, l’attacco ad alcuni luoghi-simbolo della vita culturale italiana: come lo storico cinema Metropolitan occupato ieri sera a Roma da oltre 200 lavoratori per protestare contro la sua trasformazione nell’ennesima boutique. O come gli studi di Cinecittà che potrebbero presto diventare un mega centro commerciale.
«A rischio, oltre al diritto dei cittadini ad accedere alla cultura e alla conoscenza garantito dalla Costituzione, ci sono centinaia di migliaia di lavoratori, spesso nemmeno riconosciuti, che vedono negata la propria professionalità e il diritto alla sopravvivenza» fa sapere il “Comitato per la libertà, il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo”. «E’ uno smantellamento che prosegue quello già operato durante questa legislatura nei confronti dell’università, della ricerca e della scuola pubblica. Dobbiamo rimettere al centro delle politiche governative un comparto che produce annualmente valore per circa 40 miliardi di euro e che incide per il 2,6% sul Pil». Il Comitato ha annunciato inoltre la ferma determinazione a organizzare, al di là della settimana programmata, mobilitazioni diversificate e sempre più incisive finché non si otterranno risultati concreti e impegni precisi da parte del governo per un radicale cambio di rotta nelle politiche per la cultura.