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  • Da: Assostampa FVG
  • giugno 17, 2008

CONTRO IL BAVAGLIO AI GIORNALISTI

Subito mobilitazione, anche d’intesa con la Federazione degli editori, e poi sciopero, se necessario anche per più giorni: sono le iniziative decise dalla Giunta della Federazione nazionale della stampa, riunita in via straordinaria in segno di protesta contro il disegno di legge sulle intercettazioni.

”Giornalisti uniti per contrastare il ddl che impedisce le informazioni sulle indagini e quindi sui fatti che contano per la vita delle persone: per questo – annuncia il segretario della Fnsi, Franco Siddi – è stato deciso che si arriverà anche allo sciopero, anche per più giorni, tutti insieme, consapevoli che la vicenda avrà una conclusione non immediata. Prima dello sciopero scatterà immediatamente una serie di iniziative, anche d’intesa con la Fieg, per avviare una vera e propria campagna di collegamento con i cittadini e di informazione pulita sull’argomento”. All’inizio della prossima settimana, continua Siddi, ”sono stati invitati a un incontro, con i vertici di Fnsi, Ordine dei giornalisti e Unione cronisti, i direttori delle testate italiane. A seguire, ci saranno altri incontri con con importanti voci del diritto e con i gruppi parlamentari. Nel frattempo rinnoviamo l’appello al governo a ripensarci, visto che il testo del provvedimento non risulta ancora depositato”.
Gli organi dirigenti di Fnsi, Ordine e Unci hanno anche costituito ”un comitato per la gestione dell’emergenza, per assumere le decisioni che riterrà via via necessarie in base agli sviluppi della vicenda”, conclude Siddi.

Ecco il testo del comunicato:

“I giornalisti italiani, uniti, confermano la loro opposizione a qualsiasi progetto che limiti la possibilità di informare i cittadini sui fatti di cronaca giudiziaria e sulle indagini della magistratura, come si profila con il disegno di legge sulle intercettazioni presentato dal Governo.

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana e l’Ordine dei Giornalisti, con la partecipazione dell’Unione Nazionale Cronisti Italiani, hanno costituito un Comitato per gestire l’emergenza e rispondere con tempestività, e nelle proporzioni di volta in volta necessarie, alla portata delle iniziative che si delineano contro il diritto all’informazione, man mano che assumeranno rilievo.

Nella riunione straordinaria della Giunta Federale allargata ad Ordine e Cronisti, svoltasi oggi a Roma, è stato deciso perciò anche di dichiarare lo sciopero, se necessario per più giorni, ed altre iniziative d’intesa anche con Fieg, per comunque contrastare con i migliori strumenti comuni disponibili “l’intercettazione della libertà di cronaca”.

Ai direttori di tutte le testate parte un appello ad informare costantemente l’opinione pubblica sui pericoli che si stanno correndo. Questa è la prima misura civile di protesta.

E’ necessario infatti che l’opinione pubblica si faccia sentire e che il Parlamento comprenda bene quanto sia importante evitare orrori costituzionali, contrasti con le convenzioni internazionali e per correggere in tempo scelte che appaiono gravemente sbagliate e lesive dell’interesse generale.

Quella della tutela della privacy, se restassero confermate le indiscrezioni sul testo del ddl (ancora misterioso) appare sempre più una scusa. Nessuno vuole devastare la vita delle persone pretendendo di poter fare informazione scorretta, o scandalistica, per partito preso. Se qualche cialtroneria c’è stata o

ci sarà, come capita in tutte le attività umane, questa va perseguita. Ma è impensabile cancellare con norme di legge il diritto dei cittadini a sapere fatti determinanti per la propria vita, individuale o collettiva, spesso contenuti negli atti di indagini giudiziarie, che se coperte per un tempo infinito dal segreto non impedirebbero il protrarsi di danni irreparabili per le persone. Si pensi ai cittadini truffati nella vicenda Parmalat, ai malati usati come merce da cui trarre profitto e talvolta devastati per sempre nella loro salute, fino allo scandalo del calcio truccato. Fatti, questi, che non si sarebbero potuti

conoscere per tempo, e quindi correggere, fino alla prima udienza pubblica (nella giustizia italiana spesso ci vogliono anni) come vorrebbero le indiscrezioni sul ddl circolate in questi giorni, che sanzionerebbero la pubblicazione fino a tre anni di galera per i giornalisti.

La Fnsi, l’Ordine dei Giornalisti e l’Unci (Unione Cronisti) sono pronti ad azioni diversificate, e di immediato impatto pubblico, per evidenziare la protesta e l’impegno ad un’informazione aperta e corretta, consapevoli che queste iniziative non saranno di breve durata.

Sarà anche sviluppato un collegamento diretto con i cittadini, con le associazioni più rappresentative della società civile, con gli esponenti del diritto costituzionale e sarà richiesto ai Presidenti delle Camere ed ai gruppi parlamentari un urgente incontro, non appena il Governo avrà depositato il suo provvedimento. All’Esecutivo, tuttavia, viene rilanciato un appello forte perché modifichi radicalmente il testo del ddl già prima di presentarlo alle Camere”.