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  • Da: Assostampa FVG
  • giugno 19, 2013

DA “OSSIGENO PER L’INFORMAZIONE”

Aveva segnalato i proclami razzisti di una cameriera nel locale di proprietà dell’allora candidato sindaco leghista. Il 5 luglio l’udienza. “I terroni non li vogliamo”. Fu questa la frase pronunciata dalla cameriera del ristorante di proprietà del consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia, Stefano Mazzolini (Lega Nord), che sfogava con tre turisti la sua rabbia nei confronti dei meridionali. Ebbe inizio così la vicenda che vede coinvolto il giornalista freelance Tommaso Botto querelato dal proprietario del locale che all’epoca era candidato sindaco a Tarvisio (Udine) e qualche settimana fa è intanto diventato consigliere regionale.

L’episodio risale a marzo del 2012. Botto pubblicò sul periodico d’opinione Dovatu.it una rassegna di quegli insulti contro gli italiani del sud Italia che la cameriera del locale di Mazzolini a Tarvisio (Udine) aveva espresso parlando con tre turisti, sotto la foto del locale e la scritta: “In un noto ristorante di Tarvisio (UD), tra salsicce e polenta, un bel piattone di razzismo!”. “Ho ritenuto che quelle affermazioni proferite nel locale dell’allora candidato sindaco di Tarvisio fossero di interesse pubblico”, commenta Tommaso Botto, “così scrissi un articolo. Per non calcare la mano decisi di non citare né il signor Mazzolini, né il nome del locale. Ho descritto i fatti. Credo di essere stato querelato in maniera ingiustificabile”. Il nome del consigliere comparve sulla pagina web di Botto poche ore dopo. Fu inserito dallo stesso Mazzolini a firma di un commento con cui annunciava la querela: “Si tratta di un attacco ingiustificato da parte di una persona scorretta che si spaccia per giornalista! Questa è una pura e semplice diffamazione!! E quindi, per tutelare la mia persona, sarò costretto a rivolgermi al mio avvocato. Vergogna!”. Per la cronaca, Botto è un giornalista professionista. Stefano Mazzolini lo querelò. Tommaso Botto, a sua volta, ha querelato il consigliere perché si è sentito diffamato dalle parole usate da quest’ultimo nel commento rilasciato. “La mia controquerela è stata archiviata – racconta Botto -, e per quanto riguarda quella a me rivolta ho ritenuto opportuno avanzare una analoga richiesta di archiviazione opposta. Nell’ambito dell’inchiesta sono stati ascoltati i testimoni che avevo citato i quali hanno confermato quanto da me descritto”. Il pm aveva proposto di archiviare la querela a Botto, ma il consigliere regionale Stefano Mazzolini ha fatto opposizione. La prossima udienza è fissata per il 5 luglio prossimo. “Una querela è sempre una forma di condizionamento. Io – commenta il giornalista – in questo periodo, lungo quasi un anno e mezzo, ho subito come conseguenza un forte rallentamento della mia attività professionale oltre che un grave danno all’immagine. A causa di questa carico pendente, infatti, non ho potuto partecipare ad alcun concorso per ufficio stampa e fatico a trovare un lavoro in Friuli a causa dei commenti negativi diffusi dal partito leghista dopo la vicenda”.