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  • Da: Assostampa FVG
  • marzo 27, 2009

FIRMATO IL CONTRATTO

Care colleghe, cari colleghi,
stanotte alle 3 è stata finalmente siglata l’ipotesi di intesa del nuovo contratto nazionale di lavoro dei giornalisti, scaduto da oltre quattro anni. Un accordo molto importante, che è stato a rischio fino all’ultimo momento.
Firmare un contratto in un momento di crisi come quello attuale somiglia tanto a un miracolo. Anche perchè alcuni editori puntavano – già prima dell’acuirsi della crisi – a non rinnovarlo, questo contratto, demandando la contrattazione a livello aziendale o di gruppo. Che tradotto significa: ricchi integrativi ai grandi, niente ai piccoli.
Il sindacato dei giornalisti è riuscito a portare a casa questo rinnovo che è importantissimo, a livello normativo (pensiamo solo alle norme sulla multimedialità) e a livello economico (i minimi di stipendio vengono alzati dopo anni di stop).
Certo, è un contratto di difesa, quasi di sopravvivenza, in un momento difficilissimo per l’editoria in Italia e in tutto il mondo. E soprattutto è l’unico contratto possibile, in questo momento e con questa controparte. Un contratto che vuole tutelare i più giovani e i più deboli, chiedendo dei piccoli sacrifici (soprattutto per il diverso calcolo degli scatti, che comunque rimangono in percentuale al 6%: siamo l’unica categoria in Italia ad averli ancora…) a quella parte della categoria più avanti con l’età e/o con la carriera.
Il segretario Franco Siddi ha detto: "Il rischio di restare senza contratto per altri tre anni almeno era una certezza. Non era possibile rompere il tavolo e tenerci il vecchio contratto. Quel contratto non c’è più, quell’ipotesi non era percorribile". Parole chiare, che ci fanno capire che "un altro contratto" non era e non è possibile. Quello scaduto, già disdettato, rischiava di non essere più applicato. E tornare al passato somiglia a un salto nel buio, soprattutto per le fasce più deboli della professione, e in un momento di crisi senza precedenti.
Grazie dell’attenzione, un caro saluto

Carlo Muscatello
(presidente Assostampa Fvg)

(ANSA) – ROMA, 27 MAR – È stata raggiunta stanotte tra Federazione nazionale della stampa e Federazione italiana editori l’ipotesi di intesa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro giornalistico, valido dal primo aprile 2009 al 31 marzo 2013 per la parte normativa e al 31 marzo 2011 per quella economica. Il documento sarà presentato mercoledì prossimo alla commissione contratto, giovedì al consiglio nazionale e venerdì alla Conferenza nazionale dei Comitati di redazione e dei fiduciari e infine sarà sottoposto a un referendum consultivo dopo l’illustrazione al Ministro del lavoro.
Tra i capitoli più delicati della trattativa quello sugli scatti di anzianità: la maggiorazione sarà del 6% del minimo dello stipendio e maturerà per i primi tre aumenti periodici per ogni biennio, mentre per gli aumenti periodici successivi al terzo per ogni triennio di anzianità.
Per quanto riguarda la parte economica il valore del minimo tabellare è incrementato di 265 euro per il redattore ordinario (di cui 5 saranno devoluti al fondo di perequazione per i pensionati), che sarà corrisposto in una prima parte dal due aprile 2009 – pari a 140 euro compresa l’indennità di vacanza contrattuale – e nella seconda – pari a 125 euro – dal primo giugno 2010. La cifrà sarà di 335 euro per i redattori capo.
L’ipotesi di accordo cancella l’allegato N dedicato alle testate multimediali e introduce un capitolo sulla multimedialità che prevede un apposito programma editoriale che specifichi organizzazione del lavoro, modalità di integrazione tra le testate, utilizzo degli strumenti multimediali e preveda la formazione.
Oltre a quella del redattore esperto (dopo otto anni di anzianità) viene introdotta la figura di redattore senior, che può essere attribuita anche al redattore esperto con anzianità di servizio nella qualifica superiore ai cinque anni.
Quanto al trasferimento, il giornalista assunto per prestare servizio in un determinato comune non può essere trasferito in una sede che disti più di 40 km dal luogo di svolgimento della prestazione lavorativa e potrà considerare il trasferimento sul quale non concordi come causa di risoluzione del rapporto per fatto dell’editore.
Il distacco presso testate dello stesso gruppo non può durare più di 24 mesi, salvo diverso accordo tra le parti e può essere utilizzato per comprovate esigenze produttive, organizzative e sostitutive.Eventuale proroga deve avere il consenso del giornalista.
Il rapporto di lavoro con direttore, condirettore e vicedirettore «può essere risolto dall’azienda anche in assenza di giusta causa e di giustificato motivo». L’indennizzo sale a 13 mensilità di retribuzione più l’indennità di preavviso che è di altri 12 mesi, per un totale di 25 mesi.
I contratti a termine non possono superare i 36 mesi e sono consentiti in fase di sviluppo di nuove iniziative, per sostituire giornalisti assenti, per fronteggiare situazioni imprevedibili che richiedano temporanee integrazioni degli organici. Per le figure apicali (direttore, condirettore e vicedirettore) non possono durare più di cinque anni. Se un giornalista, con il cumulo di più contratti a termine, ha superato i sei mesi di lavoro per lo stesso editore, può sottoscriverne un altro della durata massima di dodici mesi presso la direzione provinciale del lavoro. Per i tempi determinati non sarà più previsto il contratto depotenziato dal punto di vista economico. E sale anche il livello retributivo (da 0,71 a 0,81%) per i redattori con meno di 30 mesi di anzianità.