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  • Da: Assostampa FVG
  • febbraio 24, 2004

Fnsi, per pubblicità situazione grande squilibrio

La raccolta pubblicitaria in Italia
rispecchia una situazione di «grande squilibrio» con oltre il
54% delle risorse disponibili attribuito a Rai e Mediaset. A
ribadirlo, è stato oggi il segretario della Fnsi Paolo Serventi
Longhi ascoltato oggi dalla commissione Lavori Pubblici del
Senato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla pubblicità
avviata dalla stessa commissione, presieduta da Luigi Grillo
(FI).
Una situazione che secondo Serventi, «rischierebbe di
aggravarsi ulteriormente con l’introduzione della norma
prevista dalla legge Gasparri che cancella i limiti orari sulle
televendite e sulle tele promozioni e con la norma che introduce
il Sic con il quale si accentuerebbero le possibilità di
concentrazione oligopolistica».
La Federazione della Stampa, ha spiegato il segretario Fnsi,
«non può che condividere le valutazioni espresse dalla
Federazione degli Editori in relazione allo squilibrio
pubblicitario e le preoccupazioni sugli ipotizzati sviluppi
legislativi ‘destinati a penalizzare ulteriormente la carta
stampata e a rafforzare la posizione del mezzo televisivò sul
mercato pubblicitario». Una situazione, ha fatto notare , che
«può determinare una de-qualificazione dei prodotti editoriali,
cessioni, dismissioni e crisi finanziarie».
Se è vero, ha riconosciuto Serventi, «che non si possono
obbligare le scelte degli inserzionisti con atto legislativo, è
possibile però nell’immediato intervenire su più fronti:
reintroducendo le telepromozioni e le televendite tra i limiti
orari di affollamento pubblicitario delle televisioni;
intervenendo sul piano fiscale per favorire la scelta della
carta stampata nelle campagne pubblicitarie; introducendo norme
di liberalizzazione del mercato per evitare posizioni
oligopolitistiche; evitando di aggravare la situazione con
ulteriori interventi legislativi che penalizzino i competitori
delle televisioni ed in particolare dei soggetti pi— forti.
Senza dimenticare – ha concluso – che la Rai osserva con
scrupolo, e non potrebbe essere altrimenti, i limiti previsti
dalla legge».