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  • Da: Assostampa FVG
  • marzo 13, 2004

Francia: Figaro all’amico di Chirac

PARIGI Cambia in Francia l’assetto del mondo editoriale e i giornalisti sono in allarme: uno dei più potenti industriali del paese, Serge Dassault, amico intimo del presidente Jacques Chirac, diventa padrone assoluto della società Socpresse che ha in portafoglio il quotidiano ‘Le Figaro’, il settimanale ‘L’Express’ e un’altra
settantina di ghiotte testate.
A capo di Dassault Aviation, il gruppo che fabbrica gli aerei militari Mirage e Rafale, il neo-barone della stampa è un ingombrante azionista di Socpresse (con il 30% del capitale) già dal gennaio 2002 e entro il prossimo giugno salirà all’80% grazie all’acquisto delle quote finora detenute da dodici dei tredici eredi di Robert Hersant, il leggendario editore morto nel 1996 che si era guadagnato il soprannome di ‘Papivore’ (mangiagiornali) per i voraci ritmi di espansione.
A ‘L’Express’, su posizioni di centro-sinistra e soltanto da un anno nell’orbita di Socpresse (prima apparteneva a Vivendi Universal), la scalata di Dassault è vista con particolare inquietudine: la redazione teme che l’industriale settantottenne – sindaco gollista a Corbeil-Essonnes, una città della cintura parigina – sfrutti il nuovo e vasto impero editoriale per propagandare all’unisono le sue idee molto di destra.
La stretta amicizia con Chirac alimenta il sospetto che tutte le testate della Socpresse (nel portafoglio ci sono anche le riviste economiche Expansion e Vie Financiere e il 30% dei quotidiani di provincia con in primo piano ‘Le Progres’, ‘Le Dauphinè libere’, ‘La Voix du Nord’) diventino un unico, compatto, colossale megafono dell’attuale governo.
A capo di un gruppo militar-industriale che al momento ha un valore di mercato pari a 4,2 miliardi di euro e di cui detiene il 49%, Dassault non ha mai nascosto l’ambizione di diffondere le sue idee »sane« attraverso giornali e riviste di proprietà e quando giovedì scorso è stata annunciata la sua avvenuta conquista della società Socpresse i sindacati dei giornalisti hanno subito avvertito che si opporranno a eventuali »tentativi
di ingerenza nei contenuti« da parte dell’industriale e
riproporranno con forza a livello nazionale ed europeo lo
spinoso problema della concentrazione delle testate.
Sul chi va là sono anche i giornalisti del ‘Figarò,
malgrado il quotidiano abbia una linea politica conservatrice piuttosto in sintonia con le idee di Dassault che non a caso l’ha sempre definito »il mio giornale preferito«. La vistosa e costosa irruzione di Dassault nel mondo della carta stampata (la Socpresse vale almeno un miliardo di euro) conferma un trend già più che evidente: la Francia continua a mancare di editori puri. E infatti il primo gruppo editoriale (Hachette Filipacchi Medias) non è altro che una filiale del gruppo industriale Lagardere, il quotidiano finanziario ‘La Tribune’ appartiene a Bernard Arnault (il patron di Lvmh) mentre Francois Pinault (che tramite la Ppr ha conteso ad Arnault il possesso di Gucci) si è regalato il settimanale ‘Le Point’…
La mancanza di editori puri si spiega in gran parte con le cattive condizioni finanziarie della stampa, che ha costi elevati, manca di capitali per progetti di crescita e
diversificazione e non riesce a darsi un sistema distributivo più efficace.
Di certo non sembra una garanzia di pluralismo e democrazia il fatto che, se va in porto da qui a giugno la compravendita di Socpresse, il settanta per cento di tutta la stampa nazionale francese dipenderà da due soli gruppi – Dassault e Lagardere – che operano nel settore dell’industria bellica e che in buona
parte sono alla mercè delle commesse elargite dal ministero
della Difesa. (Ansa)