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  • Da: Assostampa FVG
  • luglio 29, 2009

FUORI REGIONE LA STAMPA DI PICCOLO E MESSAGGERO?

Dopo un’analoga interrogazione di alcuni parlamentari regionali al Governo nazionale, anche il consigliere regionale del Partito Democratico Sergio Lupieri ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione Fvg sulle voci riguardanti la delocalizzazione della stampa dei due quotidiani regionali Piccolo e Messaggero Veneto. Secondo tali voci, che si sono susseguite nel corso delle ultime settimane, il gruppo editoriale Espresso Repubblica sta valutando, nell’ambito di un più ampio progetto di riorganizzazione e risparmi a livello nazionale, la possibilità di non stampare più i due quotidiani nelle rispettive città, ma di decentrare la fase di stampa dei due quotidiani fuori dalla regione. Si parla soprattutto di Padova, dove già si stampano l’edizione nordest di Repubblica e i tre quotidiani veneti Finegil.
Nel corso degli anni si era già parlato più volte di creare un unico centro stampa per i due quotidiani, prima a metà strada fra Trieste e Udine e successivamente nel capoluogo friulano. Ora le esigenze di nuovi risparmi provocate dalla crisi dell’editoria stanno portando a una scelta che, se attuata, avrebbe pesanti ripercussioni sugli organici dei colleghi poligrafici, sull’organizzazione del lavoro giornalistico e sulla distribuzione dei due giornali, oltre a tutta una serie di disagi logistici e organizzativi. Sarebbe la prima volta, nella lunga storia dei due quotidiani, che la fase della stampa verrebbe scorporata dalle rispettive redazioni ed esportata addirittura fuori dalla regione. Avviando di fatto un processo di cui è difficile oggi percepire la portata e le successive tappe.
Ma ecco il testo del comunicato diffuso dal consigliere regionale Lupieri, che esprime "fortissima preoccupazione in merito alle notizie apparse sulla stampa locale e nazionale sulla comunicazione del gruppo editoriale Espresso, del quale fanno parte Il Piccolo di Trieste e Messaggero Veneto di Udine, sui contenuti del piano industriale presentato dall’Azienda. Le intenzioni sono di accorpare i centri tampa del Nord Italia in tre unità produttive (Milano, Padova, Mantova), in quanto chiudono i centri stampa di Bolzano e Pavia mentre, prima della fine dell’anno, l’edizione bolognese di Repubblica verrà stampata non più a Bologna ma a Mantova o Padova. Piccolo e Messaggero Veneto manterranno un solo centro stampa, secondo la decisione del Gruppo, che è ancora in bilico tra l’ipotesi di Trieste o Udine, o come sembra più preoccupante, fuori regione, a Padova. I parlamentari del Friuli Venezia Giulia sia del centrodestra che del centrosinistra hanno presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio per “scongiurare il trasferimento della sede delle tipografie dei quotidiani Il Piccolo e Il Messaggero Veneto (Editoriale Fvg) in Veneto, in provincia di Padova”. E’ stata sottolineata la necessità di creare un centro stampa nel Friuli Venezia Giulia, perché altrimenti si creerebbe un danno assai grave non solo ai lavoratori delle due testate, attraverso il taglio di posti di lavoro, ma anche ai lettori della regione che verrebbero privati della possibilità di fruire di quotidiani sempre aggiornati e completi. Il cambio eventuale di sede extraregionale provocherebbe inoltre la chiusura anticipata dei giornali e notevoli incertezze nella distribuzione fino a Tarvisio e in Istria, considerando anche le problematiche della A4. Per questi motivi il consigliere regionale del Pd Sergio Lupieri ha interrogato urgentemente il presidente della Regione Tondo e l’assessore competente per conoscere quali azioni la Regione intende intraprendere presso il gruppo editoriale Espresso affinché venga realizzato nella nostra regione un unico centro stampa per i due quotidiani, per evitare non solo tagli ai lavoratori delle due testate ma anche gravi disagi all’informazione per i cittadini della nostra comunità".
L’Associazione della Stampa del Fvg, assieme al sindacato nazionale, segue con viva attenzione e forte preoccupazione l’evolversi di questa vicenda, nella convinzione che vadano salvaguardati – oltre ai posti di lavoro – anche l’indipendenza, l’autorevolezza e il radicamento nel territorio dei due quotidiani regionali in lingua italiana, che sono un patrimonio di tutta la società regionale.