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  • Da: Assostampa FVG
  • aprile 14, 2016

FUSIONI SENZA PENALIZZARE CHI LAVORA

“Un mercato editoriale debole e fragile produce gli anticorpi di questi ultimi giorni. Le concentrazioni editoriali sono il segnale con il quale i gruppi più forti e solidi cercano di giocare la loro partita. Lo fanno all’interno di una legislazione vecchia, inservibile in cui è tuttora valido lo strumento del sic, il sistema integrato delle comunicazioni, per valutare le concentrazioni editoriali e l’incrocio possibile tra i media. In un contesto del genere i campioni nazionali, dal gruppo Espresso a Cairo, giocano le loro carte. I campioni con ambizioni internazionali come Mediaset devono rivolgersi ad alleati stranieri, Vivendi, per sopravvivere ad investimenti fuori scala come l’acquisto per i diritti della Champions”. Stampa Romana chiede che “concentrazioni e fusioni siano realizzate senza penalizzare lavoratori e libertà editoriale. Ritiene che la Fnsi debba chiedere anche in sede contrattuale l’avvio di una riflessione per varare lo statuto dell’impresa editoriale per garantire libertà e diritti ai colleghi. Ritiene che questi diritti debbano sempre essere garantiti ai colleghi che lavorano con noi, come i poligrafici, e ritiene inaccettabile quanto sta accadendo nel gruppo Caltagirone con lo stravolgimento di relazioni sindacali e schemi contrattuali mettendo in campo tutte le iniziative possibili con Cgil, Cisl e Uil. La forzatura sulle regole va respinta al mittente come è accaduto nella vertenza Adnkronos sul rispetto delle regole nel corretto pagamento delle domeniche. Se i privati si riposizionano, seguendo la linea dei rapporti di forza in campo, Stampa Romana invita la mano pubblica a fare la sua parte. Il danaro pubblico in arrivo con la legge sul l’editoria può allargare il recinto di un campo che si sta stringendo, investendo sul pluralismo delle voci e sulle imprese native digitali. Pur apprezzando la volontà del legislatore di semplificare le poste in gioco e di garantire risorse non solo a chi assicura regolarità contributiva ma anche a chi stipula e rispetta i contratti di lavoro, il direttivo di Stampa romana invita il Senato a rivedere la norma in cui i benefici alle aziende si calcolano sui proventi e non sui costi sostenuti e a definire l’ammontare del fondo per il pluralismo, non riducendone la disponibilità complessiva a disposizione oggi per il settore. In particolare ritiene che lo Stato nelle sue diverse articolazioni, dipartimento editoria, ministero sviluppo economico e ministero della cultura, debba avere il coraggio di lanciare una grande operazione industriale sul sistema informazione. Un settore che rappresenta il cuore di un paese moderno ed evoluto e resta un presidio di difesa della libertà di informare e del diritto ad essere informati”.