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  • Da: Assostampa FVG
  • febbraio 22, 2023

GEDI IN VENDITA: SALVARE GIORNALI E POSTI DI LAVORO

L’auspicio che la vicenda del Gruppo Gedi possa trovare una composizione soddisfacente è stato espresso dal governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. “Ciò in relazione al ruolo essenziale rivestito dal Gruppo nell’informazione del Nord Est. Testate di grande professionalità che rappresentano strumenti preziosissimi per conoscere e decidere, quindi per garantire le espressioni e il libero gioco democratico all’interno della comunità – a parere del governatore -, devono poter riuscire a trovare un equilibrio nel rispetto delle esigenze di tutti gli attori” afferma Fedriga, che aggiunge: “L’Amministrazione regionale è attenta e disponibile a favorire ogni sviluppo positivo per la parte che il suo ruolo consente”. (Askanews)

Sulla vicenda è intervenuto anche il governatore del Veneto Luca Zaia: “Sto seguendo con particolare attenzione – ha detto – le notizie riguardanti il gruppo editoriale GEDI. Le testate che operano in Veneto e nel Nordest rappresentano un presidio di professionalità, informazione, democrazia, al pari di tutta l’informazione professionale che opera nei nostri territori.  È necessario che i protagonisti coinvolti compiano ogni sforzo per evitare il rischio che queste storiche testate del gruppo possano andare incontro ad un ridimensionamento del proprio ruolo. Conosco il grado di professionalità e la passione che soggiace alla realizzazione quotidiana dei giornali e dell’informazione online garantita dai giornalisti del Gruppo GEDI. Auspico che possa arrivare presto una soluzione positiva alla vicenda: il Veneto, il Nordest, hanno bisogno di mantenere il rapporto di fiducia creato da queste testate con i lettori. Un legame consolidatosi ulteriormente, anche con le istituzioni, durante la recente pandemia. Attendendo che si possano presto conoscere gli aspetti principali del futuro di questi giornalisti e delle testate del gruppo, per quanto di mia competenza resto a disposizione”.

“Nell’editoria italiana, per anni considerata un utile fiore all’occhiello di grandi famiglie e cordate il cui core business era altrove, è arrivata l’era delle dismissioni: irrispettose della storia dei giornali, del valore dell’informazione e pure, ovviamente, dei posti di lavoro dei colleghi. La Mondadori ha già svenduto il patrimonio dei suoi media e moltissime case editrici di periodici stanno seguendo lo stesso esempio. Ma ora viene pesantemente investito anche il mondo dei quotidiani con il gruppo Gedi che fa capo alla famiglia Elkann: secondo quanto è stato comunicato ai Comitato di redazione del gruppo dall’amministratore delegato, Maurizio Scanavino, tutte le testate o gruppi di esse sono in vendita, non escluse Repubblica e la Stampa, i due giornali più diffusi”. Lo scrivono in una nota l’Associazione Lombarda Giornalisti, l’Associazione Stampa Romana e l’Associazione Stampa Subalpina, che “si impegnano a mettere in atto quanto in loro potere per difendere le testate Gedi presenti sul loro territorio”. “Le nostre Associazioni regionali di stampa – prosegue la nota – ritengono che sia necessario chiedere un incontro urgente alle istituzioni politiche, anche locali e affermano con forza che uno dei gruppi editoriali più importanti del panorama nazionale non può trincerarsi dietro la riservatezza per un’operazione finanziaria senza chiarire le proprie reali intenzioni. In gioco non ci sono solo i posti di lavoro di decine e decine di colleghi, ma anche la difesa dell’informazione, messa a rischio dallo smantellamento di un gruppo così importante per il numero, la qualità e la diffusione territoriale delle sue testate. Riteniamo inoltre che sia necessaria una risposta compatta e unitaria di tutti i Cdr e di tutto il sindacato, nazionale e territoriale, per salvare un bene che consideriamo non divisibile e che non può essere frammentato. Come Associazioni territoriali, siamo quindi pronte a sostenere qualsiasi iniziativa che i colleghi del gruppo Gedi vorranno intraprendere in questa delicata fase che rischia di mettere a repentaglio il loro futuro professionale e quello economico delle loro famiglie, nonché il diritto all’informazione dei territori di riferimento in cui insistono le testate oggetto della vendita”. (Ansa)

Gedi in vendita? Mobilitarsi da subito su due piani: sindacale, con un raccordo stretto fra Fnsi, Cdr e Assostampa regionali per azioni di lotta mirate a tutelare posti di lavoro e dignità del lavoro, dei dipendenti e dei collaboratori; e politico-istituzionale per sensibilizzare governo e parlamento e i rappresentanti dei cittadini, dai sindaci ai presidenti delle Regioni, affinché prendano posizione per la tutela di insostituibili presìdi territoriali di pluralismo e di democrazia, nella convinzione che l’informazione – e nella fattispecie quella locale – sia un patrimonio che non appartiene solo all’editore di turno ma anche alle comunità di cui narra e con cui è cresciuta. E in questa battaglia è fondamentale la voce della cittadinanza, delle associazioni, degli altri sindacati, delle università, delle istituzioni civili e religiose.

Questo, in sintesi, il ruolino di marcia emerso nella riunione fra il coordinamento dei Comitati di redazione del Gruppo Gedi e la neoeletta segretaria generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Alessandra Costante, invitata dai Cdr all’incontro al quale hanno partecipato anche i responsabili delle Assostampa regionali di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Liguria.
«La scelta, non smentita, da parte della proprietà di mettere sul mercato le testate nordestine (la Nuova Venezia, il Mattino di Padova, la Tribuna di Treviso, il Corriere delle Alpi, il Piccolo di Trieste e il Messaggero Veneto) conferma la determinazione di smantellare quello che fino a poco tempo fa era il vanto di una delle realtà più solide dell’editoria italiana: il sistema delle testate e delle gazzette locali che si sviluppava dal Trentino alla Sardegna», ha rilevato il Sindacato giornalisti Veneto.
«Il sindacato non può impedire a un editore di vendere – ha detto, fra l’altro, Costante – ma può e deve attivare tutti gli strumenti sindacali e politici a disposizione per dare voce alle giornaliste e ai giornalisti Gedi e per vigilare su cessioni che mettano in pericolo non solo la continuità aziendale ma anche l’agibilità informativa».
Sulla vicenda sono intervenute anche le Assostampa di Lazio, Piemonte e Lombardia. «Nell’editoria italiana, per anni considerata un utile fiore all’occhiello di grandi famiglie e cordate il cui core business era altrove, è arrivata l’era delle dismissioni: irrispettose della storia dei giornali, del valore dell’informazione e pure, ovviamente, dei posti di lavoro dei colleghi», il commento dell’Associazione Lombarda Giornalisti, dell’Associazione Stampa Romana e dell’Associazione Stampa Subalpina che, in una nota, «si impegnano a mettere in atto quanto in loro potere per difendere le testate Gedi presenti sul loro territorio».

Le Assostampa, «pronte a sostenere qualsiasi iniziativa che i colleghi del gruppo Gedi vorranno intraprendere», ritengono inoltre che sia «necessario chiedere un incontro urgente alle istituzioni politiche, anche locali» e affermano «con forza che uno dei gruppi editoriali più importanti del panorama nazionale non può trincerarsi dietro la riservatezza per un’operazione finanziaria senza chiarire le proprie reali intenzioni. In gioco non ci sono solo i posti di lavoro di decine e decine di colleghi, ma anche la difesa dell’informazione».
La Fnsi, ha rassicurato nel corso dell’incontro la segretaria generale Costante, «richiede un tavolo istituzionale al governo per affrontare il caso delle testate Gedi. Il gruppo – ha concluso – rischia uno smantellamento che bisogna impedire». (sito Fnsi)