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  • Da: Assostampa FVG
  • maggio 21, 2007

Grilz: attacchi all’Assostampa e all’Ordine

TRIESTE Nei giorni scorsi, in occasione del ventennale della morte del giornalista Almerigo Grilz, sono stati mossi attacchi e pesanti critiche all’Assostampa Fvg e all’Ordine regionale dei giornalisti, con riferimento all’annosa questione della lapide in Corso Italia che ricorda solo alcuni dei giornalisti triestini morti tragicamente. Tali attacchi sono arrivati da esponenti politici di An e da alcuni giornalisti. Fra questi, il direttore de “Il Giornale” Maurizio Belpietro, che venerdì ha dedicato alla questione una pagina del quotidiano da lui diretto. Il presidente dell’Assostampa Fvg, Carlo Muscatello, ha risposto a Belpietro con questa lettera, che è stata pubblicata sabato da “Il Giornale”, seguita da una risposta dei colleghi Fausto Biloslavo e Gian Micalessin.
Ecco il testo della lettera del presidente dell’Assostampa:
“Caro direttore, nell’introduzione al libro di Fausto Biloslavo e Gian Micalessin dedicato ad Almerigo Grilz, che viene pubblicata sul tuo giornale, scrivi fra l’altro che “l’Associazione della stampa di Trieste si rifiuta di ricordarlo”. Mi corre l’obbligo di segnalarti come sono andate realmente le cose, visto che finora hai sentito una sola parte.
Nel ’94, nello spazio di poche settimane, prima a Mostar e poi a Mogadiscio, vennero uccisi alcuni colleghi triestini iscritti all’Associazione della Stampa del Friuli Venezia Giulia. La città ne rimase scossa, i colleghi erano noti, ricordo ancora l’interminabile fila di persone davanti alla sede Rai per l’omaggio alle vittime e la folla nella cattedrale di San Giusto per i funerali. Anche sull’onda di quell’emozione, il direttivo di allora del sindacato decise di ricordare i colleghi iscritti con una lapide all’ingresso dell’edificio che ospita Ordine e Associazione. Forse sarebbe stato più giusto ricordare “tutti i caduti dell’informazione”, ma così non fu fatto. Anche Grilz era noto a Trieste, ma per la sua precedente militanza politica, in anni in cui questa purtroppo significava anche scontri fisici. A quegli episodi, nonostante le sue successive affermazioni professionali, per molti rimane dunque legata in città la memoria del giornalista scomparso.
Grilz era iscritto all’Ordine, non al sindacato. Che con quella lapide che generosamente descrivi “monumento di meschinità” ricorda alcuni suoi iscritti caduti “per un impegno civile e professionale”. Ciononostante, su iniziativa dei suoi amici e colleghi, lo scorso anno abbiamo ospitato nella sala del Circolo della Stampa di Trieste (articolazione dell’Assostampa) un suo ricordo. E la stessa presentazione del libro di Biloslavo e Micalessin, domani mattina (sabato – ndr), avverrà nella stessa sala. Il Comune di Trieste, pochi anni fa, ha intitolato una via a Grilz. Quindi un ente pubblico, che rappresenta tutti, ha legittimamente deciso di ricordare solo uno dei giornalisti triestini uccisi. Mi sfugge la logica secondo la quale il sindacato, che è associazione privata, non possa invece ricordare i propri iscritti caduti, ma sia messo sul banco degli imputati da parte di chi sceglie legittimamente di restarne fuori ma vuole insegnarci le regole della democrazia.
Un cordiale saluto, Carlo Muscatello”