GRUPPO NEM, STATO DI AGITAZIONE
Potrebbe esser finita la luna di miele tra i giornalisti veneti e friulani e la Nord Est Multimedia (Nem), la società editrice guidata dal finanziere Enrico Marchi, presidente del gruppo Banca Finint e della Save che controlla lo scalo aeroportuale di Venezia, oltre a gestire quello di Bruxelles. E’ passato poco meno d’un anno dall’acquisizione
Malumore e malessere nelle sette redazioni locali circolavano già da diverso tempo, in relazione ad una accentuata “disorganizzazione” del lavoro e a un progetto editoriale che non riesce a prendere sufficientemente corpo, ma domenica 29 settembre, il tappo è saltato quando i redattori delle sette testate hanno potuto leggere l’articolo del direttore editoriale Paolo Possamai (“Se il Nord Est è un comune denominatore”), dal quale hanno potuto apprendere – al di là della declinazione del concetto di fondo, tre regioni dentro un unico contesto sociale, culturale ed economico – il piano editoriale per il prossimo futuro. In barba alle norme contenute nel Contratto nazionale, che all’articolo 34 assegna ai Comitati di redazione il compito di “esprimere pareri preventivi e formulare proposte sugli indirizzi tecnico-professionali, la fissazione degli organici redazionali e i criteri per la loro realizzazione”, come si legge in una nota dell’assemblea dei redattori che s’è riunita mercoledì 2 ottobre e ha stato annunciato “lo stato di agitazione”.
Il passaggio incriminato dell’editoriale è questo: “I quotidiani di Nem partono dall’economia, con i giornali in edicola domani, per declinare il comune denominatore del Nord Est. Lo facciamo con una nuova testata – ilNordest.Economia – che viene a marcare una sezione del giornale in cui faremo circolare le notizie di comune interesse di area vasta (le altre resteranno appannaggio dei singoli quotidiani)”. Ma non basta, l’editoriale prosegue annunciando anche “una ‘famiglia’ di nuove testate tematiche, tutte concepite con un designer di grande fama come Paolo Tassinari”, con le quali “andremo a raccogliere i contenuti per il tempo libero (ilNordest.Weekend), per i maggiori avvenimenti previsti nel Triveneto (ilNordest.Eventi), per i grandi cicli sportivi (ilNordest.Sport), per affrontare i temi del fisco o della casa (ilNordest.Guide) e via elencando”.
Insomma, “un contributo presentato ai lettori”, prima ancora che agli stessi giornalisti che dovrebbero poi confezionare il tutto, “per allargare il cono visuale, dalla provincia a oltre il confine”. Altri progetti riguardano poi “il versante prettamente digitale”, preannuncia Possamai in un impeto programmatico. Peccato che in redazione, specie il Cdr, la rappresentanza sindacale interna, non ne sappia nulla e non sia mai stato informato.
La reazione è immediata: stato d’agitazione. E l’elenco dei cahiers de doléances è lungo perché, lamentano i giornalisti, la nota delle novità annunciate a mezzo stampa va ad aggiungersi a un carico – normale ma anche straordinario – che non permette il regolare svolgimento di un lavoro sereno. Da Venezia a Trieste corre un brivido di ribellione perché sull’organizzazione futura che comporteranno le nuove iniziative non c’è mai stato confronto. Il Direttore responsabile viene chiamato ad un incontro urgente perché è a lui che “spetta in modo esclusivo” l’organizzazione del lavoro giornalistico e dei contenuti del giornale e non al direttore editoriale Paolo Possamai, che li ha invece esplicitati sul giornale ai lettori ancor prima che alla redazione.
La nota dolente è che le sei redazioni ex Gedi, passate dal 1° novembre 2023 sotto la proprietà Nem, vengono da un periodo disorganizzazione molto forte dal punto di vista tecnologico a causa del passaggio di tutte le infrastrutture, la rete digitale, da una proprietà all’altra, che ha reso ai giornalisti la vita molto difficile in un clima generale. Con la redazione del Mattino di Padova, quotidiano capofila del gruppo, che centralizza gran parte del lavoro giornalistico (dallo sport all’economia) in quella che i redattori delle sei testate definiscono una visione “sempre più Venetocentrica” dei contenuti.
Quel che viene fuori è una preoccupazione circa l’identità e l’autonomia delle singole testate in relazione alla specificità dei territori che le esprimono e in cui vengono confezionate. A suffragare questa tendenza, viene citato un episodio: tre settimane fa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella va a festeggiare gli 80 anni della zona libera della Carnia in Friuli e dice che proprio lì, in Carnia, “è nata la Costituzione”, ma il giorno successivo sui giornali del gruppo esce questo titolo, piegato a esigenze territorial-cultural-
Giovedì 3 ottobre un primo incontro tra redazione e Direttore ha prodotto un avvio di dialogo, ma lo stato di agitazione non è stato ritirato. In settimana seguirà un ulteriore incontro al quale i giornalisti sono stati invitati dall’Azienda, ma gli stessi sono rimasti stupefatti perché a questa iniziativa di ulteriore approfondimento delle tematiche, che dovrebbe costituire un primo bilancio di Nem dopo un anno di attività, non è nemmeno stato invitato Luca Ubaldeschi, il Direttore responsabile in carica per tutte e sei le testate di carta. I giornalisti ne hanno chiesto la presenza.
(Alberto Ferrigolo, Professione Reporter)