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  • Da: Assostampa FVG
  • maggio 09, 2011

INFORMAZIONE DA SCOPRIRE: CANCIANI E BILOSLAVO

Nuovi appuntamenti, al Circolo della Stampa di Trieste (Corso Italia 13), del ciclo "INFORMAZIONE DA SCOPRIRE – Incontri con i protagonisti della professione".
Dopo i dibattiti dedicati a radio, tv, quotidiani, nuovi media e critica musicale, lunedì 2 maggio alle 18 tocca a "E’ tutto da Mosca, linea allo studio – Sergio Canciani, il mestiere del corrispondente". Lunedì 9 maggio, sempre al Circolo e sempre alle 18, l’appuntamento è invece con "Fausto Biloslavo, dalla guerra in Libia – Il mestiere dell’inviato di guerra". I due incontri saranno introdotti da Carlo Muscatello, presidente dell’Assostampa Fvg, e coordinati da Roberto Weber, presidente del Circolo della Stampa di Trieste.
Triestino, nato nel ’46, Sergio Canciani è stato per 13 anni capo dell’Ufficio di rappresentanza e corrispondenza della Rai a Mosca: la voce e il volto del servizio pubblico dalla capitale russa. Dice di essere stato predestinato a occuparsi di "mondi ex" – ex imperiali, ex comunisti, ex totalitari – essendo nato a Trieste, già frontiera ad alto voltaggio storico e politico. Dopo gli inizi a Radio Trieste, è stato inviato speciale del Tg2 con incarichi fra l’altro a Bucarest, in Ungheria, in Albania e nell’ex Jugoslavia. Con la crisi dell’Urss e delle province satelliti, ha lavorato ancora in Europa Centrale e nei Balcani. Nel ’97 è stato nominato corrispondente dalla Russia, da dove ha realizzato oltre settemila servizi "cercando di seguire l’esempio di predecessori illustri quali Vittorio Citterich, Jas Gawronski, Demetrio Volcic".
Triestino, nato nel ’61, Fausto Biloslavo scrive per il quotidiano Il Giornale e il settimanale Panorama, collabora anche con altre testate come Il Foglio e i telegiornali Mediaset. Ha appena seguito la prima fase del conflitto in Libia. Il suo "battesimo del fuoco" è stato un reportage durante l’invasione israeliana del Libano nell’82. Negli anni Ottanta ha seguito "le guerre dimenticate": dall’Afghanistan all’Africa, fino all’Estremo Oriente. Nell’87 venne catturato e tenuto prigioniero a Kabul per sette mesi, dopo un reportage sulla resistenza afghana contro l’Armata rossa. Successivamente, sempre in Afghanistan, fu travolto e ridotto in fin di vita da un camion militare. Ha seguito il genocidio in Ruanda, le guerre nei Balcani e in Iraq. Ha pubblicato i libri "Prigioniero in Afghanistan", "Le lacrime di Allah" e “Gli occhi della guerra”.
Il ciclo "Informazione da scoprire" è organizzato dall’Assostampa Fvg e dal Circolo della Stampa di Trieste, con la collaborazione dell’Ordine regionale dei giornalisti. L’ingresso è libero.