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  • Da: Assostampa FVG
  • maggio 29, 2015

INPGI, VERSO UNA NECESSARIA RIFORMA

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Andrea Camporese

Il Consiglio Generale dell’Inpgi ha approvato il bilancio consuntivo dell’esercizio 2014 che – grazie a tutte le misure finora adottate dell’Ente a loro volta supportate da una prudente e diversificata gestione patrimoniale dell’Istituto – ha potuto registrare un avanzo di gestione pari a circa 17 milioni di euro (24,1 milioni di euro in meno rispetto al 2013), nonostante il pesante aggravarsi del rapporto tra entrate per contributi e uscite per prestazioni, che evidenzia una passività pari a  81,6 milioni di euro, con un rapporto tra uscite per prestazioni ed entrate per contributi pari a 119,95, rispetto al 112,42 del 2013.

riceviamo e diffondiamo:
L’analisi dei risultati ottenuti e delle principali dinamiche che consentono di ottimizzare la redditività del patrimonio al fine di reperire le risorse destinate a finanziare la gestione previdenziale corrente, tuttavia, non può far trascurare la riflessione in merito alla necessità di agire con tempestività ed efficacia sui fattori che condizionano l’andamento di quest’ultima per migliorarne progressivamente i saldi di esercizio in un’ottica strutturale di medio e lungo periodo.
Se le prospettive di riequilibrio della gestione previdenziale sono, pertanto, fortemente influenzate dall’andamento prospettico della curva demografica e dal recupero, almeno parziale, dei livelli occupazionali, appare decisivo richiamare l’attenzione della categoria verso una revisione della composizione delle attuali forme di tutela del welfare, intervenendo su quei profili che presentano margini di razionalizzazione e ottimizzazione dell’impiego delle risorse senza tuttavia determinare impatti non sostenibili per la categoria. In tal senso il Cda sta elaborando le proposte di riforma, che prevedono sia interventi sulle entrate contributive che misure finalizzate al contenimento della spesa per prestazioni, da sottoporre alle parti sociali (Fnsi e Fieg) per il parere previsto dalla legge e dal tradizionale confronto che in questi anni è stato sicuramente costruttivo. Il precedente intervento di sistema, adottato nel 2011, ha previsto l’aumento dell’aliquota a carico dei datori di lavoro di tre punti percentuali (l’ultimo entrerà in vigore nel gennaio 2016) e un graduale aumento dell’età pensionabile delle donne. Si è trattato di un importante atto di responsabilità condivisa.
Ma le linee di intervento programmate nell’ambito del progetto di riforma elaborata – in adesione ad una visione organica ed equilibrata del complesso e articolato sistema di tutele assicurato dall’ente – dovranno situarsi in un ventaglio di azioni in modo da impattare diffusamente e il più possibile uniformemente sulla platea trasversale dei destinatari, evitando in tal modo di determinare squilibri particolari su specifici e ristretti ambiti tematici. Va detto con chiarezza che l’attuale livello di avanzamento della discussione interna al Cda prevede:
•     Azioni graduali e prospettiche che escludano la creazione di scaloni ed “esodati”, salvaguardando scelte di vita già compiute;
•     Mantenimento della possibilità di andare in pensione con i 40 anni;
La non applicabilità dell’aspettativa di vita;
•     La tutela degli accordi in essere connessi agli stati di crisi;
•     Un intervento molto limitato sul livello degli ammortizzatori sociali che, per buona parte, discendono da norme generali di legge;
•     Il mantenimento di forme di flessibilità in uscita che consegnino ai singoli la possibilità di decidere la data del proprio pensionamento dentro un quadro di sostenibilità dell’Ente;
•     Mantenimento di sostanziali ed evidenti specificità e vantaggi rispetto al sistema generale garantito dall’lnps.

L’impatto complessivo delle misure messe in campo consentirà, in prospettiva, di realizzare un intervento strutturale che garantirà la sostenibilità della gestione nel lungo periodo, aderendo alla missione dell’ente di coniugare l’esigenza di assicurare la stabilità finanziaria nel tempo con l’erogazione di livelli adeguati di welfare in favore degli iscritti. E’ in quest’ottica che tutti coloro che contribuiranno all’adozione e all’attuazione di queste linee strategiche sono chiamati oggi ad una assunzione di responsabilità netta e senza alibi o prove di appello verso le generazioni future.

Andrea Camporese, presidente Inpgi