0 Liked
  • Da: Assostampa FVG
  • giugno 10, 2010

LEGGE BAVAGLIO: OGGI LA FIDUCIA AL SENATO

Legge bavaglio: il Governo pone oggi la fiducia al Senato. E sta mettendo in campo la sua parte peggiore con una sconsiderata furia tutta tesa a ristringere e mutilare gli spazi della libertà di tutti. La decisione di imporre il voto di fiducia sul Ddl intercettazioni, che cancella tra gli altri il diritto all’informazione su come procedono le inchieste giudiziarie, è una spada di Damocle, brandita per imporre l’approvazione di leggi sbagliate. E questa è una legge sbagliata, immorale, illiberale su cui la volontà del Parlamento è “catturata” da una scelta del Governo che è incapace e non ha alcuna volontà di confrontarsi sulle questioni di merito. Principi e valori costituzionali, diritti dell’uomo sono insignificanti come nulle sono considerate le proposte di equilibrio avanzate dalla società civile, da professioni come quella dei giornalisti, dallo stesso Parlamento, in un confronto democratico interrotto da una scelta di chiaro sapore autoritario. La Fnsi conferma la sua resistenza totale e incessante a queste norme; scenderà in campo con iniziative specifiche di lotta, di testimonianza della verità dei fatti per rendere inefficace comunque il “silenzio di Stato” che si vuole imporre.
Ma ecco cosa prevede la legge, nella sua (per ora) ultima stesura:
LIMITI: Intercettazioni possibili solo per i reati puniti con più di cinque anni (tra questi c’è anche la corruzione). I telefoni possono essere messi sotto controllo per 75 giorni al massimo. Se c’è necessità, vengono concessi altri tre giorni prorogabili di volta in volta con provvedimento del gip. Per i reati più gravi (mafia, terrorismo, omicidio ecc.) le intercettazioni sono possibili per 40 giorni, più altri venti prorogabili.
DIVIETI E SANZIONI: Gli atti delle indagini in corso possono essere pubblicati non tra virgolette ma con un riassunto. Gli editori che li pubblicano in modo testuale rischiano fino a 300mila euro di multa. Le intercettazioni sono off limits per la stampa fino a conclusione delle indagini: per gli editori che sgarrano ci sono 300 mila euro di multa, che salgono a 450mila euro se si tratta di intercettazioni di persone estranee ai fatti. Colpiti anche i giornalisti: fino a 30 giorni di carcere o una sanzione fino a 10000 euro se pubblicano intercettazioni durante le indagini o atti coperti da segreto.
CIMICI: niente più microfoni piazzati in casa o in auto per registrare le conversazioni degli indagati. Le ‘cimici” saranno consentite al massimo per tre giorni, prorogabili di altri tre.
PM CIARLIERI: Se il responsabile dell’inchiesta passa alla stampa atti coperti dal segreto d’ufficio e semplicemente va in tv a parlare dell’inchiesta puo’ essere sostituito.
PEDOFILIA: scompare la norma che eliminava l’obbligo di arresto per i reati di pedofilia di ”lieve entità ”
NOMA TRANSITORIA: Le nuove regole si applicano ai processi in corso. Quindi, anche se erano già state autorizzate intercettazioni, vale il tetto dei 75 giorni.
RIPRESE: Sulle riprese tv per i processi decide il presidente della corte d’appello, che puo’ autorizzarle anche se non c’è il consenso delle parti.
IENE, STRISCIA, REPORT: le registrazione carpite di nascosto sono permesse ai giornalisti professionisti e pubblicisti.
CLERO Se nelle intercettazioni finisce un sacerdote bisogna avvertire la diocesi; se l’intercettato è un vescovo il pm deve avvertire la segreteria di Stato vaticana.