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  • Da: Assostampa FVG
  • febbraio 15, 2006

Lettera della Fnsi ai direttori dei giornali

ROMA Lettera aperta delle componenti della
Fnsi (Federazione nazionale della stampa) ai direttori dei
giornali italiani per fare il punto sulla vertenza contrattuale ma anche per sottolineare come sulle iniziative del sindacato spesso «sulle pagine dei nostri giornali cali inesorabilmente la saracinesca».
Da anni – scrivono Autonomia e Solidarietà, Giornalisti
Uniti, Stampa democratica, Quarto potere – «ogni volta che il sindacato dei giornalisti proclama uno sciopero per sostenere il rinnovo del contratto di lavoro molti di voi, e anche molti quadri dirigenti delle nostre redazioni, suggeriscono di fare un altro tipo di iniziative, per evitare di danneggiare le nostre testate. Poi, però, accade che quando il sindacato organizza manifestazioni e iniziative che non sono uno sciopero – si pensi per esempio alla manifestazione nazionale a Torino
il giorno di apertura delle Olimpiadi, manifestazione molto
composta ma anche molto significativa – sulle pagine dei nostri giornali cali inesorabilmente la saracinesca».
Non solo, perchè «gli editori, nella loro battaglia per
colpire i giornalisti – perchè di questo si tratta – negano la loro firma alla riforma dell’istituto di previdenza (che in sede tecnica ovviamente hanno approvato, perchè è una riforma ragionevole e necessaria), bloccando così quei cambiamenti che metterebbero l’Inpgi al sicuro da sbilanci futuri. Cioè, pur di stroncare le norme contrattuali che ancora difendono l’autonomia dei giornalisti, sono pronti a picconare la solidità del sistema previdenziale. Un atteggiamento a dir
poco da estremisti. Il sindacato protesta. L’Inpgi addirittura, e giustamente, chiede i danni. Eppure: silenzio assoluto sui nostri giornali».
Per i firmatari della lettera, «allora bisogna essere
chiari: cari colleghi direttori, la colpa del fatto che al
sindacato per ottenere il contratto di lavoro o difendere
l’Inpgi resta solo ed esclusivamente lo strumento dello
sciopero è anche – e per larga parte – vostra».