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  • Da: Assostampa FVG
  • marzo 20, 2014

MIRAN HROVATIN E ILARIA ALPI, VENT’ANNI FA

Vent’anni fa la giornalista Ilaria Alpi e il telecineoperatore triestino Miran Hrovatin venivano uccisi a Mogadiscio. «La petizione lanciata da Articolo21 su Change.org per chiedere alla presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, che vengano resi pubblici documenti ancora segreti ha raggiunto oltre 60.000 adesioni». A comunicarlo in una nota Stefano Corradino e Giuseppe Giulietti, direttore e portavoce di Articolo21 e promotori della raccolta di firme. «Nell’anniversario dell’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin ci auguriamo che la voce di oltre 60.000 persone che chiedono che venga tolto il segreto all’inchiesta possa essere ascoltata e accolta dalle istituzioni», dichiara Corradino. La petizione (link: www.change.org/ilariaalpi) – aggiunge Giulietti – ha raccolto 60.000 firme in meno di otto giorni. «L’incredibile sostegno all’appello dimostra come, nonostante siano passati 20 anni dall’uccisione di Ilaria e Miran, la loro memoria e la voglia di verità suscitino ancora grande mobilitazione dell’opinione pubblica». Nei giorni scorsi – ricorda Art.21 – il legale della famiglia Alpi, Domenico D’Amati, aveva spiegato quanto fosse importante per la ricerca della verità poter accedere ai documenti segretati. «È fondamentale – aveva dichiarato D’Amati – che queste carte siano rese pubbliche e che ai cittadini sia data la possibilità di sapere. C’è molto da fare e speriamo che tutti gli organi dello Stato collaborino. In primo luogo la Camera dei Deputati che deve desegretare questi documenti fondamentali sui traffici dei rifiuti tossici».
«A nome delle oltre 60 mila persone che hanno firmato  la petizione – hanno detto ieri Corradino e Giulietti -, ringraziamo Laura Boldrini e la ministra degli Esteri Federica Mogherini per la loro attenzione e la loro disponibilità istituzionale, politica, personale. Siamo sicuri che, già nelle prossime ore, individueranno la strada migliore per accogliere questa richiesta. Sappiamo che esistono atti che non spetta alla Camera desegretare e per questo ci rivolgeremo anche al presidente Renzi che, anche da sindaco, ha manifestato grande attenzione a questi temi. In ogni caso nulla può e deve essere lasciato di intentato per arrivare anche a una verità giudiziaria, dal momento che quella storica ha già acclarato omissioni e depistaggi, tanto per usare un eufemismo».