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  • Da: Assostampa FVG
  • marzo 02, 2004

Osce su condanna per diffamazione a Trieste

VIENNA – L’Ufficio del rappresentante dell’Osce per la libertà dei media è preoccupato e si è rivolto al
governo italiano per la sentenza del 24 febbraio scorso della Corte di Appello di Trieste che ha condannato per diffamazione a mezzo stampa il giornalista italiano Massimiliano Melilli a 18 mesi di prigione senza la condizionale. Lo ha reso noto un
comunicato oggi a Vienna.
«Vorrei ribadire ancora una volta la ferma richiesta del
nostro Ufficio affinchè tutta la legislazione penale sulla
diffamazione venga cancellata per essere sostituita, dove è
necessario, con leggi di diritto civile» ha annunciato oggi a Vienna il portavoce Alexander Ivanko. «Nessun giornalista
dovrebbe essere condannato al carcere nell’esercizio dei suoi doveri professionali».
«Il recente caso in Italia è preoccupante in quanto
potrebbe fare da precedente in vari Stati dell’area Osce» si legge nella dichiarazione diffusa a Vienna. «Il trattamento con strumenti penali di questi casi spesso induce i giornalisti a non indagare su corruzione e alcune pratiche affaristiche ed ha un effetto generale di raffreddamento sul lavoro dei reporter.
Nella maggior parte dei Paesi dell’Organizzazione per la
sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) è ancora un reato penale, sebbene in molti Stati è usato raramente, quando viene usato.
Massimiliano Melilli, ex giornalista del settimanale Il
Meridiano, è stato condannato a un anno e mezzo di carcere ed a una forte multa per diffamazione, per articoli apparsi nel 1996 nei quali riferiva voci su serate a luci rosse alle quali avrebbe partecipato l’alta società triestina.