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  • Da: Assostampa FVG
  • maggio 23, 2014

PER DIFENDERE RAI FVG

riceviamo e diffondiamo:
I lavoratori della SEDE RAI CONVENZIONATA della Regione a Statuto Speciale Friuli Venezia Giulia, riuniti in Assemblea unitaria (RSU e CdR Rai FVG),
RITENGONO
SOSPETTA l’incredibile superficialità dimostrata dal Governo con l’estemporaneo inserimento della Rai SpA in un decreto di aggiustamento del Bilancio dello Stato
SCONCERTANTE il taglio del 10% (150 milioni) della quota a noi contrattualmente dovuta per l’adempimento del Servizio Pubblico RadioTelevisivo da chi ci deve arretrati per oltre due miliardi;
DUBBIO Il “suggerimento” di s_vendere RaiWay, l’unica Rete aerea che raggiunge tutte le più remote località del Paese, atta al trasporto della nuova rete “4g”;
SCORRETTO l’inserimento extra-legem di una modifica alla Legge di riforma del Servizio Pubblico RadioTelevisivo (L.112/2004) togliendo (solo) la necessità di possedere “sedi in ogni Regione e Provincia Autonoma”;
AMBIGUO E IRREGOLARE l’effetto d’insieme di questa parte del decreto (art.21), che apre palesemente il rinnovo della Concessione (nel 2016) ad altri soggetti privati sinora esclusi.
 
Questa Sede ha dato e dà costante testimonianza degli avvenimenti tragici e lieti presenti su questi territori, svolgendo un’importante funzione di osservatorio sull’Europa dell’Est, frutto del lavoro di più di duecento persone, suddivise tra area tecnica, ideativa, gestionale e giornalistica.
Il risultato di questo quotidiano impegno, sul e per il territorio, svolto con un cospicuo numero di giornali radio, programmi culturali, rubriche di servizio, intrattenimento, approfondimenti, offerto all’utenza regionale in lingua italiana, slovena e friulana, è rappresentato dal primato degli ascolti che quotidianamente “regaliamo” a RadioUno.
 
PERTANTO
Noi non accettiamo che questa realtà subisca l’attacco posto in essere dal Governo.
¬ NO ad accorpamenti di sedi regionali.
¬ NO alla vendita di parte di RaiWay.
¬ NO a riduzioni di autonomia.
Sono operazioni che comporterebbero inammissibili riduzioni d’organico con scadimento della qualità del servizio fornito, inaccettabile, ne abbiamo testimonianze, per i cittadini di questa Regione, da sempre tra i più solleciti al pagamento di quell’imposta impropriamente chiamata "canone Rai”.