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  • Da: Assostampa FVG
  • settembre 30, 2014

REFERENDUM CONTRATTO: AL FONDO CIGANA I SOLDI RISPARMIATI

Oggi a Roma si svolge il "non scrutinio" del "non referendum" sul contratto di lavoro firmato tre mesi fa. Com’era facilmente prevedibile e com’era stato più volte detto e scritto, l’irraggiungibile quorum del 50% più uno – in assenza del quale non si sarebbe effettuato e dunque non si effettua nemmeno lo spoglio dei voti – non è stato raggiunto. Sono stati sprecati soldi, energie e lavoro gratuito di tanti colleghi. Nel Friuli Venezia Giulia, dove ha votato un solo collega su 894 aventi diritto, consapevoli di ciò, abbiamo ridotto al minimo gli sprechi, allestendo – come il regolamento permetteva – un solo seggio a Trieste. I soldi risparmiati andranno al Fondo Cigana, che da anni aiuta e supporta i colleghi precari nelle vertenze giudiziarie. Una risposta a chi spreca e fa sprecare i soldi, le energie e il lavoro gratuito dei colleghi impegnati nel sindacato…
Riproponiamo comunque il documento che il Consiglio Direttivo dell’Assostampa Fvg aveva votato all’unanimità appena una settimana fa.
"L’Assostampa Fvg, nel rispetto delle decisioni assunte dalla Fnsi, organizza a norma di regolamento venerdì 26 e sabato 27 settembre, dalle 10 alle 19, nei propri uffici di Corso Italia 13, secondo piano, Trieste, il referendum sul contratto di lavoro giornalistico firmato a fine giugno. Nel contempo, il Consiglio Direttivo dell’Assostampa Fvg – con voto unanime – giudica inutile una consultazione che si svolge tre mesi dopo la firma, a contratto già in vigore e con queste modalità. Il referendum indetto dalla giunta della Fnsi riunita con la consulta delle Associazioni regionali di stampa è infatti un "non referendum". Non è abrogativo per il semplice motivo che non può né vuole abrogare nulla: il contratto è già firmato e vigente, e ha avuto già le sue conseguenze anche nelle decisioni del Governo per il settore dell’editoria e dell’Inpgi. Non è propositivo perché non propone nulla, nemmeno di stracciare tutto e tornare al tavolo delle trattative con gli editori, cosa peraltro difficilmente praticabile, diciamo pure impossibile. Ma questo referendum non è nemmeno consultivo. Primo perché di solito è buona norma consultare qualcuno prima della decisione e non dopo. Secondo perché non ci aiuterà a sapere cosa pensano i giornalisti italiani di questo contratto: il quorum richiesto del 50% più uno degli aventi diritto al voto (identificati fra l’altro in maniera molto ampia: non soltanto gli iscritti al sindacato ma giustamente tutti i titolari di una posizione Inpgi…) non sarà mai raggiunto, considerato che al referendum sul contratto del 2009 votò solo il 9,8% degli aventi diritto, e che nelle elezioni per gli organismi di categoria vota al massimo il 15/20% degli aventi diritto. Secondo il regolamento redatto, in assenza del quorum, non si procederà nemmeno allo spoglio dei voti. Per questo referendum, che così regolamentato è inutile, si sprecheranno soldi, energie, lavoro gratuito di tanti colleghi impegnati nel sindacato. Nel Friuli Venezia Giulia ridurremo quindi gli sprechi al minimo, con un solo seggio a Trieste, nel rispetto del regolamento Fnsi".