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  • Da: Assostampa FVG
  • febbraio 23, 2021

“RIPRENDERE SUBITO IL CONFRONTO CON IL GOVERNO”

Raffaele Lorusso

Raffaele Lorusso

“L’innovazione è sempre benvenuta, ma le redazioni non vanno smantellate, perché il prodotto giornale è sempre frutto di un’operazione collettiva”. Lo ha sottolineato il segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso, intervenendo da remoto alla riunione del direttivo dell’Assostampa Fvg, coordinata dal presidente Carlo Muscatello e dal segretario Alessandro Martegani.

Lorusso ha tracciato un quadro della situazione dell’editoria che, ha detto, non era facile prima della pandemia, e con la pandemia continua a registrare un forte calo dei fatturati, in particolare della pubblicitá, con una flessione nelle vendite, soprattutto per i giornali locali. In questa situazione si è cercato comunque di mettere in campo una serie di misure per consentire al settore almeno di attutire la crisi che ha colpito il paese, come la continuità previdenziale, o i contributi diretti ai giornali delle minoranze recentemente approvato in commissione parlamentare”.

“Il cambio di governo – ha aggiunto Lorusso – è arrivato mentre era in corso un’interlocuzione sulla necessità d’introdurre dei correttivi nel settore, come l’equo compenso e la lotta al precariato. Si attende la nomina dei sottosegretario per sapere a chi sarà affidato il settore dell’informazione. C’è poi la partita dell’Inpgi, con il possibile ingresso dei comunicatori e altri interventi per mettere in sicurezza l’istituto. Servono, ha poi spiegato il segretario parlando del diritto d’autore, delle misure strutturali, delle riforme come si sta facendo negli altri paesi europei, per far pagare ai colossi del web le tasse e i diritti d’autore sulle informazioni che utilizzano realizzando grandi fatturati. La direttiva sul diritto d’autore deve essere approvata dal parlamento rapidamente, così come i successivi regolamenti, per riconoscere dei ritorni non solo a chi pubblica i contenuti ma anche a chi li produce. Contiamo di riprendere a discutere di questo con gli editori e il governo al più presto”.

Lorusso ha confermato anche che, sulla carta, il nuovo governo fa presumere un confronto serio, ma lo era stato anche quello con il secondo governo Conte, al contrario di quello avuto con il Conte uno. Sull’equo compenso c’era stato un invito del sottosegretario a trovare un accordo entro il 15 di febbraio, e vediamo come riprenderà il confronto. Riguardo al pubblico impiego Lorusso ha ricordato che si parte dalle due sentenze della Corte costituzionale che impediscono di applicare contratti di tipo privatistico nel settore. In questi mesi sono stati raggiunti accordi dalle associazioni a livello regionale per salvaguardare il trattamento dei colleghi, ma per il futuro c’è l’impegno di tenere conto in sede Aran delle specificità della professione giornalistica. Rimane fermo il fatto che c’è una legge che impone che i contributi relativi all’attività giornalistica vanno versati all’Inpgi, se questo non avviene bisogna segnalarlo all’istituto che ha i mezzi per intervenire.

“Per quanto riguarda lo Smart working, ha detto ancora Lorusso, quello che stiamo vincendo ora è figlio dell’emergenza: bisognerà vedere come organizzarsi quando l’emergenza sarà finita, tenendo conto che l’innovazione è benvenuta ma che le redazioni non vanno smantellate, perché il prodotto giornale è sempre frutto di un’operazione collettiva”.

“L’informazione di qualità – ha concluso il segretario Lorusso – non può prescindere dal riconoscimento di diritti e retribuzioni dignitose a migliaia di giornalisti, giovani e meno giovani, oggi costretti a lavorare in condizioni di inaccettabile precarietà e di sfruttamento. Nel solco del percorso indicato dal presidente Draghi, sarà necessario riprendere al più presto i tavoli di confronto, avviati con il precedente esecutivo, per discutere di riforma complessiva del settore e della professione e di contrasto al lavoro precario, temi cruciali per rafforzare il ruolo dell’informazione, sempre più essenziale per la salvaguardia delle istituzioni democratiche”.