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  • Da: Assostampa FVG
  • giugno 11, 2010

SCIOPERO CONTRO LA LEGGE BAVAGLIO

Legge bavaglio: dopo il sì del Senato aumenta la protesta e si va verso lo sciopero. Oggi alcuni quotidiani sottolineano in prima pagina il disaccordo sul ddl intercettazioni. Repubblica esce con una prima pagina bianca e il post it giallo «La legge-bavaglio nega ai cittadini il diritto di essere informati». In bianco anche la rubrica di Massimo Gramellini e il mini-corsivo di Riccardo Barenghi sulla Stampa: «Buongiorno e Jena escono oggi in bianco per abituarsi a quando la legge sulle intercettazioni impedirà loro di affrontare gli argomenti che nutrono da sempre i corsivi di satira e di costume». SkyTg24 è listato a lutto. Protestano anche il Fatto Quotidiano, oggi listato a lutto sopra la testata, e molti altri quotidiani. Si alza dunque il tono della protesta di giornalisti, editori e società civile. La Fnsi, dopo un presidio a piazza Navona, ha dato l’annuncio del black out dell’informazione il 9 luglio. «Lo sciopero dovrà coincidere con la giornata finale di discussione del ddl – ha detto il segretario Franco Siddi -: quindi se sarà quella, altrimenti cambieremo la data». Siddi ha quindi invitato tutta la categoria a mobilitarsi contro il disegno di legge, «mettendone in evidenza i pericoli con qualsiasi iniziativa». Anche la Fieg ha espresso «la sua ferma protesta», chiedendo la pubblicazione di un comunicato, con la veste grafica di un necrologio. «Il testo licenziato dal Senato non realizza l’obiettivo dichiarato di tutelare la privacy, ma ha semplicemente un effetto intimidatorio nei confronti della stampa. Ne sono dimostrazione le pesantissime sanzioni agli editori».
Ma ecco cosa si può pubblicare e le sanzioni, se il ddl dovesse diventare legge (ora il testo torna infatti alla Camera).
Si potranno pubblicare almeno "per riassunto" gli atti di un processo non più segreti. Divieto, invece, per i testi delle intercettazioni. Di cui non si potrà più né scrivere né parlare, né per riassunto, né nel contenuto, fino al termine delle indagini preliminari. Resteranno top secret fino al dibattimento. Vietata la pubblicazione di tutto quello che riguarda "fatti e persone" estranee alle indagini. Vietata la pubblicazione degli atti e delle intercettazioni destinate ad essere distrutte. Chi pubblicherà un brogliaccio, a prescindere da cosa contenga, sarà punito con un mese di carcere e la multa fino a 10mila euro. Gli editori rischieranno fino a 450mila euro. Carcere fino a tre anni per chi pubblica intercettazioni destinate a essere distrutte. Oltre all’indagine penale, si potrà incorrere nella sospensione cautelare fino a tre mesi. Se si tratta di impiegati dello Stato si tratterà di una sospensione dal servizio, se si tratta di giornalisti la sospensione sarà dalla professione.