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  • Da: Assostampa FVG
  • marzo 29, 2011

SCIOPERO DEI COLLABORATORI PADOVANI DEL GAZZETTINO

L’Assostampa Fvg è al fianco dei collaboratori padovani del Gazzettino, in sciopero contro la decisione dell’editore di tagliare compensi notoriamente già bassi. Cambiano i giornali, cambiano le regioni e le zone del Paese, ma la ricetta proposta dai nostri editori è sempre la stessa: far pagare le crisi dei giornali, ma anche la propria incapacità di raddrizzare la baracca, sempre e comunque ai più deboli, ai non contrattualizzati, ai collaboratori esterni già pagati pochissimo, senza tutele contrattuali, previdenziali e assistenziali. Si tratta di una vera e propria emergenza nazionale, che deve essere affrontata dal sindacato (dai singoli Cdr fino alla Fnsi, passando per le Assostampa regionali), dai colleghi contrattualizzati, ma anche – come insegna l’esempio padovano – anche dagli stessi giornalisti collaboratori, spesso "l’un contro l’altro armati" in un’assurda guerra dei poveri, e che invece dovrebbero fare fronte comune per difendere posizioni, diritti ed esigenze comuni. Nella consapevolezza che senza il lavoro quotidiano di migliaia di collaboratori i nostri giornali e i nostri notiziari non verrebbero pubblicati e trasmessi.

Ma ecco il comunicato di Re:Fusi, il coordinamento dei precari del Veneto: "Lo sciopero dei collaboratori padovani è una giusta risposta ai nuovi tagli ai compensi, già indecorosamente bassi, dei precari del Gazzettino: Re:Fusi, come coordinamento regionale dei giornalisti freelance, intende assumere con il Sindacato dei giornalisti del Veneto un ruolo attivo nella costruzione di un quadro rispettoso delle professionalità. Vi è dunque pieno supporto alle azioni di questi lavoratori e invitiamo tutti i colleghi, assunti e collaboratori, a non prestarsi a eventuali iniziative che possano indebolire una protesta giusta e nell’interesse di tutta la categoria. Nessuno, dunque, accetti di sostituire chi ha incrociato le braccia. Non va dimenticato che al Gazzettino, nel giro di pochi mesi, i collaboratori vengono colpiti per la seconda volta da un editore che, evidentemente, non vuole rendersi conto del ruolo centrale di questi lavoratori che, pur precari, garantiscono il maggior numero dei pezzi necessari all’uscita in edicola del quotidiano, come referenti della testata nei principali centri della provincia veneta. All’azienda chiediamo una decisa inversione di tendenza e di prendere atto che, in altre realtà regionali, il confronto tra azienda e lavoratori ha portato a concreti miglioramenti delle condizioni come al Corriere del Veneto (aumento dei compensi a pezzo, riconoscimento di rimborsi chilometrici e telefonici) o all’Arena, dove è riconosciuta una rappresentanza dei collaboratori precari. Chiediamo, dunque, l’apertura di una riflessione perché questo continuo gioco al ribasso non solo avvilisce il ruolo dei lavoratori, ma rischia di approfondire un oggettivo disagio di cui non beneficerebbero né l’autorevolezza della testata, né il diritto dei lettori ad avere un’informazione adeguata e indipendente. Quali garanzie ci possono essere, del resto, quando un pezzo viene pagato quattro euro lordi e bastano solo le telefonate di verifica delle notizie per lavorare in perdita?"