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  • Da: Assostampa FVG
  • giugno 15, 2004

Sentenza sullo sciopero a La7

ROMA “L’astensione dei giornalisti dalle
prestazioni in audio e in video nelle televisioni è legittima”. Lo ha deciso la Sezione Lavoro del Tribunale di Roma che ha accolto un ricorso per comportamento antisindacale, ex art. 28 dello Statuto dei lavoratori, promosso dall’Associazione Stampa Romana con l’intervento della Fnsi».
Il Sindacato dei giornalisti – si legge in una nota delle stesse Fnsi e Asr – «aveva contestato la decisione de La7 di considerare lo sciopero audio-video dei giornalisti
dell’emittente come una astensione totale e quindi di rifiutare il lavoro dei colleghi ai quali, quindi, non è stata corrisposta la retribuzione giornaliera». Il giudice ha affermato che «l’astensione audio-video diminuisce per
definizione i danni di uno sciopero totale, salvaguarda le
prestazioni minime e non comporta la distruzione o una
inutilizzabilità degli impianti». Secondo il giudice non è
sostenibile «che una simile astensione possa incidere in modo rilevante sulla produttività». Il Tribunale del Lavoro ha dichiarato l’antisindacalità della condotta de La7 perchè ha rifiutato di retribuire le prestazioni dei giornalisti in sciopero. Ha ordinato a La7 di non attuare, durante gli scioperi audio-video, «l’illegittima chiusura e/o interruzione dell’attività aziendale», di restituire a ogni singolo giornalista «l’importo illegittimamente trattenuto», e ha condannato La7 alle spese legali e a diffondere il provvedimento giudiziario sulla testata giornalistica TG La7 durante tutte le edizioni del telegiornale per due giorni consecutivi.
La Fnsi e l’Associazione stampa romana «sottolineano la
grande importanza della sentenza che conferma la legittimità
di tutte le forme di lotta dei giornalisti per tutto il mondo dell’informazione. Il Sindacato ringrazia il Comitato di redazione ed i colleghi della redazione de La7 che hanno
respinto l’illegittima iniziativa aziendale. La Fnsi e l’Asr
chiedono l’immediata attuazione del decreto del giudice e la
riapertura del confronto sulla linea editoriale, e confermano l’indisponibilità a qualunque soluzione che riduca l’informazione dell’emittente rafforzando di fatto una concorrenza sempre più agguerrita.(Agi)