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  • Da: Assostampa FVG
  • febbraio 04, 2014

UN CONTRATTO CHE PRODUCA OCCUPAZIONE

Non basta un contratto che protegga chi ha problemi di lavoro e che sia inclusivo, cioè che ricomprenda e tuteli l’intera categoria, ma è necessario un contratto di sviluppo che produca occupazione. Questa, in sintesi, la posizione del presidente dell’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti, Andrea Camporese, sul rinnovo contrattuale fra Fnsi e Fieg, sindacato ed editori.    "In un settore che ha perso il 13% dell’occupazione stabile (2.200 contribuenti dal 2009 ad oggi, 200 nel primo mese del 2014)  e che vede l’aumento del 230% degli ammortizzatori sociali rispetto al 2009 – ha affermato Camporese intervenendo nel seminario sindacale promosso da “Quarto potere” al Circolo della stampa di Milano – è necessario continuare in un’azione di negoziazione delle parti sociali per arrivare a un contratto di lavoro che mantenga equità inter-generazionale, che includa i giovani e che stia in un contesto più generale che è quello segnato dalla legge che finanzia 120 milioni per l’editoria recentemente approvata". "Finanziamenti non a pioggia – ha precisato il presidente – ma con le finalità occupazionali, di ammortizzazione sociale e di sviluppo editoriale che a mio parere sono la chiave del futuro".    "Quindi – ha concluso – la protezione dell’oggi, proteggere la difficoltà dei giornalisti oggi, non è sufficiente. Dobbiamo disegnare un sistema sostenibile per il futuro".

Franco Siddi (Fnsi): il contratto è a portata di mano se si realizza un accordo sul lavoro autonomo e sull’equo compenso. Intervento pubblico non consenta scorribande di qualche editore. No a licenziamenti e a prove muscolari (per esempio all’Agenzia Adnkronos). «Il nuovo contratto di lavoro per i giornalisti appare un traguardo difficile da raggiungere, ma è a portata di mano se gli editori vorranno raccogliere la sfida che è chiesto di assumersi alle parti sociali. Il contratto si fa se si realizza un accordo sul lavoro autonomo e sull’equo compenso. Anche in un tempo di crisi pesante come quella che viviamo il contratto resta un strumento regolatore di sistema indispensabile». Lo ha affermato il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi. «Il sindacato ha fatto la sua parte in termini di solidarietà di categoria e della socialità per gli equilibri del sistema – ha detto Siddi -. Ora tocca agli editori saper raccogliere questa disponibilità. Tocca anche al Governo essere coerente per la parte che gli compete perché l’intervento pubblico non consenta più operazioni di basso profilo, né scorribande di qualche editore che immagina di trovare un bancomat a propria disposizione». «Bisogna fronteggiare in termini equi le emergenze della crisi – ha sottolineato il segretario – e avviare, anche con gli strumenti della Legge di Stabilità e le disponibilità di innovazione contrattuale della Fnsi, nuovi processi di sviluppo e di inclusione professionale dignitosa per la stabilizzazione del lavoro dei giornalisti, la riduzione della precarietà e l’inserimento in un quadro di dignità sociale ed economica del lavoro autonomo». «Con questo spirito – ha concluso – lunedì la Federazione della Stampa si presenterà al nuovo appuntamento negoziale con la Fieg guardando in avanti senza egoismi e chiedendo lo stesso atteggiamento alla Fieg». «No a licenziamenti e a prove muscolari da parte di alcuni editori per esempio all’agenzia Adnkronos dove sono stati annunciati 23 esuberi o nelle tv private locali» ha aggiunto Siddi. «È inaccettabile l’apertura della procedura di licenziamento collettivo con legge 223 – ha sottolineato Siddi -. Di fronte a una categoria che nel suo complesso – Federazione della Stampa, Inpgi, Casagit, Fondo di previdenza complementare – fa la sua parte proprio per incoraggiare le imprese a mantenere la presenza qualitativa e professionale anche con interventi di solidarietà sociale importanti pagati dai giornalisti, editori che procedono in questa direzione mostrano di guardare solo un angolo. Quello dei propri ricavi e dei conti di oggi. Significa fare un danno all’informazione e al lavoro e perdere di vista i conti di domani». L’accordo sull’equo compenso, come precisa un documento sindacale firmato da Giovanni Rossi (presidente Fnsi),  va raggiunto entro il 28 febbraio, altrimenti deciderà entro il 10 marzo successivo  il Governo nella persona del sottosegretario all’Editoria Giovanni Legnini. L’accordo non potrà riguardare tutti i 106mila iscritti all’Ordine, ma “deve intendersi riferito alle prestazioni che presentino sul piano concreto carattere economicamente dipendente e non sporadico”. Ciò significa che demagogia e propaganda elettorale non potranno mai far parte dell’accordo tra le parti.

Daniele  Cerrato (Casagit): “Il contratto sarà solidale. La Casagit assiste gratuitamente 2.500 colleghi che hanno perso il lavoro o che lavorano per editori morosi”. «Forse questo momento di crisi in qualche modo ci ha fatto anche del bene perché in questo contratto andremo a comprendere delle figure professionali, quelle del lavoro autonomo, che fino a qualche anno fa nei contratti trovavano solo spazio nei protocolli di intesa e oggi saranno all’interno della contrattazione». Lo ha detto il presidente della Casagit (la cassa sanitaria dei giornalisti), Daniele Cerrato, intervenuto nel dibattito.  «Quindi certamente un contratto di sviluppo ma anche un contratto di solidarietà – ha aggiunto Cerrato -. La crisi che stiamo attraversando ci ha resi più solidali e ci dà la possibilità di guardare a una platea più ampia. Dobbiamo lavorare al sistema, dobbiamo esserci tutti, Ordine compreso, su questi temi». «Per quanto riguarda lo specifico Casagit – ha concluso – dal 2009 al 2013 abbiamo visto una perdita di colleghi. Per la prima volta grazie all’apertura dei nuovi profili la Casagit torna a vedere aumentare gli iscritti. A ieri il numero degli iscritti ai nuovi profili era di 815 unità con una sessantina di altre pratiche in via di perfezionamento. Abbiamo riportato dentro le garanzie della categoria quei colleghi che il mondo del lavoro aveva messo fuori dalla busta paga e dalle garanzie. La Casagit assiste gratuitamente 2.500 colleghi che hanno perso il lavoro o che sono in mobilità».
(dal sito di Franco Abruzzo)