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  • Da: Assostampa FVG
  • settembre 29, 2018

“VERSO IL CONGRESSO PER PARLARE DI LAVORO E DI FUTURO DELLA PROFESSIONE”

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Alessandra Costante

di Alessandra Costante*

L’assemblea nazionale di #ControCorrente è l’ultima (per il momento) tappa della nostra lunga marcia. Era il giugno 2015, a Fiuggi, quando abbiamo cominciato a pensare che il sindacato dei giornalisti aveva bisogno di rompere con un passato fatto di scomposizioni per approdare ad un futuro fatto di unità vera, sostanziale. Nel 2016 ci siamo visti ad Assisi e lo scorso anno a Roma il soggetto nuovo, nato timidamente e (non lo  nascondo) con quale sofferenza, è diventato ciò che è oggi: #ControCorrente, giornaliste e giornalisti che si riconoscono nei principi della Carta Costituzionale, nei valori dell’antifascismo e dell’antirazzismo, nei contenuti del Testo Unico dei doveri del giornalista, nei valori essenziali dell’articolo 21 della Costituzione: la libertà di informare di ogni cronista e il diritto di essere informato che appartiene ad ogni persona. Diritti e doveri in cui non solo si riconosce #ControCorrente, ma anche gli alleati principali, come le componenti di maggioranza dell’Alg (Stampa Democratica, Nuova Informazione, Non Rubateci il Futuro, Movimenti Liberi giornalisti e Impegno sindacale Unitario).

Mi piace ricordare che il superamento delle correnti – che sia chiaro non possono in alcun modo essere sostituite da aree identitarie, pena il fallimento del nostro progetto – è stato apprezzato dai colleghi. Lo dimostrano le elezioni della Casagit e dell’Ordine, in cui #ControCorrente è stata centro di aggregazione e artefice delle vittorie.

In questi mesi #ControCorrente è sempre stata coerente, i suoi principi non sono mai cambiati: noi pensiamo che non siamo tutti uguali, ci sono quelli che lottano per la libertà di parola e per l’articolo 21, che difendono i colleghi minacciati, che chiedono l’abolizione delle querele bavaglio; e poi ci sono tutti gli altri. Per questo considero inaccettabile il comportamento di chi cerca di utilizzare #ControCorrente come un autobus dal quale scendere non appena si incominciano ad intravedere le difficoltà di una strada che non prevede scorciatoie.

Il sindacato dei giornalisti esiste per occuparsi dei colleghi a tutto tondo: dei dipendenti, dei pensionati, dei lavoratori autonomi e parasubordinati, dei colleghi della Rai e delle altre aziende del mondo dell’informazione. E ora lo deve fare in una situazione di una gravità estrema, mentre una certa politica attacca il giornalismo che ancora è e sempre sarà garanzia di libertà, anche se qualcuno pensa di poterlo tenere costantemente sotto minaccia e imbavagliarlo. E a maggior ragione il sindacato dei giornalisti deve essere presente ora, dopo che il mondo del lavoro è stato devastato dalla superficialità e malafade con cui in un recente passato sono stati gonfiati i numeri di chi potenzialmente potrebbe fare questo mestiere.

Il sindacato dei giornalisti deve fare contratti ed è quello che ha fatto in questi anni la Fnsi, in cui #ControCorrente esprime il segretario Raffaele Lorusso e il presidente Beppe Giulietti, firmando il rinnovo di Aeranti Corallo, il recepimento del contratto da parte della Rai e la trasformazione dell’accordo contrattuale Uspi in un contratto adatto soprattutto alle piccole realtà dell’on line. Chi va dicendo che quest’ultimo contratto è il cavallo di Troia per seppellire il contratto principale, Fnsi-Fieg, dimostra di non conoscere assolutamente la realtà di un mondo del lavoro impoverito a tal punto che i nostri Cococo non sono altro che i voucher del giornalismo. Manca il contratto Fnsi-Fieg è vero, ma manca anche la Fieg: non c’è tavolo contrattuale perché manca la controparte, troppo impegnata a portare sul tavolo contrattuale le istanze delle singole aziende.

In questa situazione difficile, complicata anche dall’incomunicabilità tra i giornalisti e Governo,  esclusivamente preoccupato di cancellare la mediazione dell’informazione per trasformare la comunicazione in uno spot infinito, la Fnsi si appresta ad andare a congresso, il prossimo febbraio a Levico Terme. Un congresso che deve essere giocato in campo aperto, parlando chiaramente del nostro futuro, del futuro della professione, su quali basi rilanciarla e se ci sono ancora gli spazi per farlo. Dobbiamo richiamare gli editori alle loro responsabilità civili, insistendo sul fatto che se anche l’editoria è un comparto industriale ad essa non possono essere applicate meramente le leggi che governano l’azione finanziaria ed economica perché in gioco ci sono valori più elevati, libertà e democrazia in cima alla lista. E dobbiamo guardare all’Europa, pensando che solo attraverso i tavoli dell’Ue e l’azione della Commissione potremo sperare di trattare con i grandi player e i motori di ricerca che quotidianamente saccheggiano il lavoro quotidiano dei professionisti italiani. Perché questa, la trattativa con i grandi player che pagando in un modo tutto da definire, il lavoro fatto dai giornalisti italiani, non potrà che avvenire in Europa. Ed è un motivo di speranza per la nostra categoria.

Per queste ragioni nel congresso che è alle porte l’argomento fondamentale dovrà essere il lavoro, il futuro della nostra professione. Senza lavoro, non potrà più esserci il nostro sistema. Potremo trovare qualche mezzo per barcamenarci temporaneamente, ma senza lavoro non avremo più né Inpgi, né Casagit, né Fondo Complemetare. Ecco perché l’attività della Fnsi deve essere centrale, motore di tutto.

Per guardare il futuro, con la schiena dritta di chi crede nell’unità, nel lavoro, nella quotidiana costruzione della consapevolezza che senza informazione non esiste democrazia, richiamando gli editori e anche la politica ai loro doveri, #ControCorrente riparte da Raffaele Lorusso e Beppe Giulietti, che vogliamo ancora segretario e presidente della Fnsi, e dalle alleanze: gli alleati di Milano e gli altri alleati dell’attuale maggioranza.

*coordinatrice #ControCorrente

Da Sindacati Regionali di Stampa