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  • Da: Assostampa FVG
  • agosto 12, 2018

VITO CRIMI (M5S) IPOTIZZA LO SCIOGLIMENTO DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI: REAZIONI DELL’FNSI

Vito Crimi

Vito Crimi

«Condividiamo e facciamo nostra la giusta presa di posizione di Carlo Verna, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, in risposta alle non velate minacce di scioglimento dell’ente arrivate dal sottosegretario Vito Crimi». Lo sottolineano il segretario generale e il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, dopo le dichiarazioni del titolare del Die in commissione Cultura alla Camera.
«Da chi ha la delega in materia di Editoria – sottolineano – ci saremmo attesi l’annuncio di una prossima riforma del settore, un sostegno a chi contrasta il lavoro precario, un rinnovato impegno a sostenere chi, come Carlo Verna e le colleghe e i colleghi dell’Ordine nazionale e degli ordini regionali, sono impegnati in un faticoso processo di autoriforma, di tutela dell’articolo 21 della Costituzione e della libertà di informazione, di contrasto al linguaggio dell’odio e alle centrali della disinformazione organizzata e finalizzata alla distruzione della funzione di mediazione tipica del giornalista».
A meno che, proseguono i vertici della Fnsi, «non sia proprio questa attività e questo impegno a disturbare chi non ama, in Italia e non solo, l’esistenza di una stampa non subalterna ai ‘signori della rete’. Dal sottosegretario Crimi ci attendevamo e ci attendiamo un invito al suo collega Bonafede ad avviare un pubblico confronto per portare a compimento una riforma dell’Ordine condivisa e una immediata abrogazione di quelle norme che ancora prevedono il carcere per i cronisti e consentono di usare le querele temerarie come un vero e proprio strumento di intimidazione nei confronti dei cronisti che indagano su malaffare e corruzione».
La Fnsi, concludono Lorusso e Giulietti, «appoggerà tutte le iniziative che l’Ordine dei giornalisti promuoverà a sostegno della autonomia della professione e della libertà di informazione».

Di seguito riportiamo anche il commento di Alessandra Costante, della Segreteria Fnsi:

Caro senatore Crimi, nessuno stupore: era tutto previsto. Tempi, modi, parole, motivazioni. I giornalisti italiani si aspettavano già l’attacco all’Ordine, non ci siamo stupiti. Capirai: arriverete in autunno, a ridosso della della Legge di Bilancio, senza poter dare il reddito di cittadinanza perché non ci sono i soldi, senza poter applicare la flat tax perché dovreste chiudere ospedali e ospizi, senza poter affondare la Tav perché sareste sommersi dalle richieste di danni, senza toccare un solo cantiere dei nord Italia (e mettiamoci pure il Sud con il Tap) perché altrimenti la Lega vi molla, con qualche migliaio di disoccupato in più sulla coscienza (ps. anche nel mondo dell’informazione, così tanto per ricordarvelo), e quindi cosa potrete fare? Provare a chiudere l’Odg, operazione costo zero per le casse dello Stato, ma di elevata resa per voi: darete in pasto i giornalisti ai vostri elettori più beceri, che nel frattempo oltre all’informazione condivisa cominceranno a pensare anche alla scienza condivisa (e che diamine: mica si deve studiare e diventare medici o scienziati per dire se i vaccini servono o no!) e vi libererete di giornalisti invadenti, che fanno domande, che leggono oltre alle vostre dichiarazioni imparate a memoria, aprendo la strada al vostro nuovo ordine, in cui le uniche e sole informazioni saranno quelle vagliate dalla Casaleggio&C. In fondo non è già quello che succede a voi, paladini della libera informazione condivisa? Non siete voi che prima di parlare con i giornalisti dovete chiedere permesso, far vagliare le domande dal vostro capo della comunicazione, che vi nascondete dietro l’anonimato per raccontare ai cronisti quello che succede nel vostro gruppo? Non siete voi, a proposito di libertà di informazione e di informazione condivisa, che pubblicate le liste di proscrizione sul vostro blog e impedite ai giornalisti,a taluni giornalisti, di entrare alle vostre assemblee “pubbliche”?
Vede senatore Crimi, il nostro ordine va riformato, eccome se va riformato. Non ha più senso avere professionisti e pubblicisti e un esercito di riserva di 110 mila persone, quando il sistema potrà si e no occuparne meno (molto meno) della metà. Non ha senso avere nei nostri elenchi gente che tenta la scalata interna agli organismi di categoria con metodi camorristici e con il giochino delle tessere (a proposito: c’è una Procura che indaga,le farà piacere sapere), ma saremo noi a riformare il nostro Ordine, a renderlo migliore e più sensibile ai tempi che corrono. Saremo noi e non voi. E sa perché lo faremo? Perché l’Ordine dei giornalisti (come quello degli avvocati, dei medici, dei farmacisti, degli ingegneri etc etc) serve più ai cittadini che a noi, serve a tutelare chi riceve l’informazione più di chi la fa, serve a garantire la libertà di pensiero e di espressione nei modi costituzionalmente corretti. Lo so, per lei è aramaico, ma fa niente glielo spiegheremo fino alla noia e con noi, ne sono certa, ci sarà la maggioranza dei cittadini, quelli almeno che non vogliono essere condotti al voto seguendo le scie chimiche.
Ah, dimenticavo: è vero, ha ricevuto e parlato con molti giornalisti in questi mesi. Si era anche impegnato a far inserire nel Decreto Dignità una norma contro il precariato nel mondo dell’informazione, peccato che in commissione il governo stesso, il suo governo non l’abbia presentata, e in aula abbia votato contro allo stesso identico emendamento che lei aveva in tasca, presentato da Leu.
Ultima cosa: l’Ordine parlerà di riforma, ma con chi è istituzionalmente deputato ad occuparsene ovvero il ministro Bonafede. Perché vede, senatore Crimi, ognuno ha un ruolo, a meno che questo governo non giochi con lo schema di Oronzo Canà: 5.5.5