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  • Da: Assostampa FVG
  • dicembre 06, 2018

ASSOSTAMPA AL FIANCO DEI COLLEGHI DEL “PICCOLO” DI TRIESTE

L’Assostampa Fvg è al fianco dei giornalisti del “Piccolo” di Trieste, che ancora una volta sono costretti a denunciare dinanzi ai lettori, all’opinione pubblica, alle istituzioni e alla politica lo stato di abbandono in cui è lasciato il quotidiano da parte dell’editore Gedi Gnn (ex Gruppo Espresso Repubblica).

Taglio dei costi, mancanza di un piano di rilancio e di sviluppo, ulteriore ridimensionamento del giornale dopo i tanti passi indietro compiuti negli scorsi anni sembrano essere le uniche parole d’ordine che ispirano la proprietà. Il recente trasloco e la chiusura della tipografia di Gorizia (tredici poligrafici sono stati indotti al licenziamento con una buonuscita, uno solo ha accettato di trasferirsi a Padova, e non possiamo dimenticare il collega che lo scorso anno si è suicidato sul posto di lavoro…) sono solo due dei tanti esempi.

Anche il passaggio dal “protettorato” di Repubblica e dell’Agenzia Giornali Locali che fu del Gruppo Espresso a quello della Stampa di Torino non è certo stato foriero di miglioramenti. Il quotidiano è pieno di pagine realizzate altrove, che arrivano pronte a tutti i quotidiani locali del gruppo, è zeppo di firme di “inviati” che non fanno parte del corpo redazionale e che ovviamente a Trieste nessuno ha mai visto, ospita da anni persino firme di pura fantasia (Laura Strano, Paola Targa, Gabriele Sala, tante altre…) che vengono arbitrariamente poste in calce a comunicati stampa e articoli di agenzia, opera fra l’altro di giornalisti di uffici stampa e agenzie che vengono così defraudati del proprio lavoro. Tutto ciò a scapito della serietà e della qualità del giornale, della professionalità della sua redazione, formata da redattori sempre meno motivati e da collaboratori al solito mal trattati e peggio pagati, vero anello debole della catena.

Ma ecco il comunicato sindacale pubblicato oggi sul giornale.

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L’assemblea dei redattori denuncia il profondo stato di disagio per la situazione di incertezza che sta vivendo Il Piccolo. In un quadro già difficile della carta stampata, dovuto alla crisi dell’editoria, il quotidiano di Trieste è da mesi lasciato dall’editore Gedi News Network (Gnn) in uno stato di abbandono e di assoluta deriva sia dal punto di vista editoriale, strutturale e sul fronte della direzione.

Dopo un trasloco avvenuto di nascosto e in fretta il 7 ottobre da via Guido Reni (sede di proprietà con storico stabilimento tipografico) a via Mazzini 14 (palazzo delle Generali, ex Motorizzazione civile, tre piani in affitto), nella settimana prima della Barcolana, a distanza ormai di due mesi, la sede risulta ancora priva di un riscaldamento adeguato, con una ristrutturazione non ancora completata, un archivio inaccessibile e la rete telefonica e informatica inadeguata alle necessità di un quotidiano.

Il trasloco dopo 35 anni di un giornale che fa parte della storia della città è avvenuto in maniera semiclandestina, senza un’opportuna comunicazione non solo ai suoi lettori ma a tutta la città. Non c’è stata una progettazione del trasferimento nella nuova sede all’altezza delle necessità e istanze dei giornalisti che vi lavorano. Molti spazi risultano tuttora abbandonati e inutilizzati. Una situazione di degrado che da anni riguarda anche le redazioni esterne di Gorizia e Monfalcone.

Contemporaneamente dal primo novembre il Piccolo viene stampato a Padova dopo la dismissione dell’impianto tipografico di Gorizia che veniva utilizzato anche dal Messaggero Veneto con gravi e continue ripercussioni sulla distribuzione (locandine sbagliate, ritardi nelle consegne alle edicole). A tutt’oggi non c’è notizia di una data di inaugurazione e presentazione alla città, le nuove strutture sono precluse e di difficile accesso per i lettori e i cittadini.

Non c’è neppure un servizio di accoglienza al pubblico e neppure un centralino degni di questo nome. Gli spazi con le vetrine che dovevano essere dedicati alla città, al piano stradale di via Mazzini, non sono stati allestiti in maniera decorosa e sono ancora chiusi.

Una situazione di abbandono e di grave incertezza, senza alcun progetto di rilancio e promozione, che preoccupa fortemente la redazione già provata da forti piani di tagli e risparmi e che oltre a minare lo spirito dei giornalisti rischia di compromettere il lavoro di racconto dei fatti cittadini e il rapporto stesso con la città in maniera irreversibile.

L’assemblea dei redattori dà mandato al Cdr di attuare tutte le misure che ritiene opportune per contrastare questa deriva e per ottenere dall’editore tutte le garanzie necessarie e nel caso contrario di attuare tutte le azioni di protesta previste dal contratto.

Il Comitato di redazione de “Il Piccolo”.