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  • Da: Assostampa FVG
  • aprile 17, 2015

AUDIZIONE ALLA CAMERA DEI PROCURATORI DI ROMA E MILANO. LORUSSO: “PREOCCUPA LA NOSTALGIA DI BAVAGLI E CENSURE”

Le proposte dei procuratori di Roma e Milano sono preoccupanti perché rivelano, ci auguriamo inconsciamente, la nostalgia di bavagli e censure che credevamo appartenere ad un’epoca storica nefasta. Ipotizzare di regolare una materia così complessa e delicata evocando sanzioni pecuniarie per i giornali e i giornalisti significa perdere di vista il dettato Costituzionale. La pubblicazione di notizie, anche coperte da segreto, non può mai costituire un reato e neanche un illecito perché soddisfa un interesse generale: quell

Raffaele Lorusso

Raffaele Lorusso

o dei cittadini ad essere correttamente informati. Chi non lo avesse ancora capito, o più semplicemente, lo avesse dimenticato, farebbe bene a rileggere le sentenze pronunciate negli ultimi anni dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. I giornalisti hanno il dovere di pubblicare le notizie di cui vengono a conoscenza, anche se scomode. Né può essere addebitata ai giornalisti la pubblicazione di notizie che sarebbero dovute restare segrete. Eventuali violazioni di legge andrebbero addebitate a chi quelle notizie avrebbe dovuto tenere segrete né si può pensare a ulteriori forme di censura. Si tratta di tentativi pericolosi che, purtroppo, si inseriscono nella tendenza, sempre più diffusa a livello europeo, a limitare la libertà di espressione e il diritto di cronaca. È un pericolo che il sindacato dei giornalisti italiani, insieme con le altre associazioni sindacali europee, a cominciare dai sindacati di Francia e Spagna, avverte e contro il quale auspica una mobilitazione insieme con le altre forze sociali e con l’opinione pubblica. Nessuno invoca il libero arbitrio per i giornalisti. Va comunque ricordato che i giornalisti non hanno libero accesso alle ordinanze dei giudici, come invece è stato detto dai procuratori, e questa può essere l’occasione per regolare tale accesso. Fermo restando che gli abusi vanno sempre perseguiti e sanzionati, soprattutto in sede disciplinare, i bavagli e le censure segnerebbero il ritorno ad un passato di cui non si avverte alcuna nostalgia.