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  • Da: Assostampa FVG
  • dicembre 11, 2013

CONTRATTO, PROPOSTA DELLA “ROMANA”

UN CONTRATTO PER LA QUALITA’ DELL’INFORMAZIONE E IL RISCATTO DELLA CATEGORIA. Documento della Giunta della Associazione Stampa Romana sul rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro Giornalistico. Rilanciare la centralità del lavoro giornalistico nella produzione dell’informazione in Italia. Spezzare il circuito perverso della precarizzazione e dello sfruttamento. Fermare l’emorragia di professionalità nelle testate. Governare la transizione al futuro. Rimettere in moto il mercato del lavoro. Creare i presupposti per un nuovo protagonismo della categoria. Costruire percorsi di formazione permanente che aggiornino e consolidino le competenze già presenti nelle redazioni e preparino adeguatamente le generazioni future. Queste le basi su cui la Giunta della Associazione Stampa Romana propone alla Fnsi di proseguire il confronto sul rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro Giornalistico.

UN PATTO FRA I PRODUTTORI.  Se la scommessa di giornalisti ed editori è quella di traghettare l’informazione nel terzo millennio, rinforzandone i presupposti industriali e professionali, serve un patto chiaro che muova dagli stessi presupposti: innovazione del prodotto, nuovi modelli di business, aggiornamento delle competenze, democratizzazione dei processi organizzativi nel rispetto dei ruoli. La Giunta della Asr consiglia alla Fnsi che questi elementi costituiscano un preambolo alla trattativa attraverso una dichiarazione comune di intenti che segni una netta discontinuità rispetto al passato. Si tratta in sostanza di premettere all’articolato vero e proprio un impegno delle parti a:

Dare immediata applicazione agli elementi di una riforma della 416 convenendo che, a partire dalla eventuale firma dell’accordo, gli stati di crisi debbano essere gestiti in modo più trasparente e applicando nuove norme concordate fra le parti:

Costante confronto aziendale sugli andamenti di mercato

Richiesta di stato di crisi soltanto di fronte a un effettivo bilancio passivo

Ricerca prioritaria di tutte le soluzioni che non comportino riduzione del personale

Impegno, qualora fosse necessario, a prepensionare soltanto in presenza di un requisito anagrafico e contributivo più alto di quello previsto dalla legge (esempio 62 anni e 30 di versamenti all’Inpgi 1)

Fissazione di un organico minimo sul quale pianificare lo sviluppo che deve essere asse prioritario per affrontare le crisi

Impegno comune a combattere la precarizzazione utilizzando forme di flessibilità finalizzate alla stabilizzazione

La Giunta suggerisce alla Fnsi che uguale impegno va chiesto agli editori nella prospettiva di un’autoriforma degli assetti proprietari. Lo scopo è arrivare a uno statuto dell’impresa editoriale che separi proprietà e gestione nell’ottica della trasparenza, dell’autonomia e dell’indipendenza delle redazioni da ogni conflitto di interesse. Soprattutto a tutela del diritto dei cittadini a essere correttamente informati.

OCCUPAZIONE DI QUALITA’.  Nel merito della trattativa contrattuale, la Giunta della Asr ritiene che l’occupazione stabile, se pur con forme di flessibilità che modernizzino il rapporto di lavoro senza precarizzarlo, sia la priorità. Si tratta in concreto di invertire con forza la tendenza allo sfruttamento di colleghe e colleghi, trasformando, con accordi che comprendano un confronto e una verifica a livello anche aziendale, la maggior parte possibile del lavoro parasubordinato in subordinato. Un percorso che può muoversi attraverso una revisione complessiva delle norme occupazionali con un presupposto chiaro: il lavoro a tempo determinato o autonomo deve costare di più di quello a tempo indeterminato. Ecco alcuni possibili passaggi:

1.Cancellare la norma che esclude i contratti a termine sostitutivi dal computo dei mesi necessari alla trasformazione a tempo indeterminato.

2.Rivedere l’articolo 2 modernizzandone l’impianto sia normativo che economico, riducendone in cambio l’impatto previdenziale parametrandolo alla effettiva retribuzione percepita.

3.Proporre nuove formule contrattuali di lavoro a tempo determinato o parziale o giornaliero purché legate a processi di stabilizzazione e con limiti chiari di percentuali sul numero dei tempi indeterminati.

4.Utilizzare l’alta formazione come leva di inclusione nel mercato del lavoro, soprattutto in una prospettiva di riforma del mercato stesso e dell’accesso alla professione.

In sintesi si tratta di ridisegnare con chiarezza i confini fra lavoro dipendente e autonomo contribuendo, con la dovuta gradualità, a ricostruire un’identità di categoria moderna e professionalmente spendibile. In questo senso la Giunta fa proprie le proposte della commissione Lavoro Autonomo e del Coordinamento Precari della Asr che vengono allegate al presente documento.

NUOVE FIGURE PROFESSIONALI.  Non c’è governo della transizione senza una profonda revisione e ammodernamento dell’organizzazione del lavoro che deve essere all’altezza delle sfide del digitale e dell’all-news su multipiattaforma. Questo non significa un appiattimento delle professionalità in un generico tutti fanno tutto per altro in contrasto con le tendenze ormai consolidate nel panorama internazionale. Bisogna, al contrario, puntare a un innalzamento delle competenze e a una loro specializzazione, unica base su cui poggiare una novella qualità dell’informazione, presupposto anche di nuovi modelli di business e marketing editoriale che portino introiti sia pubblicitari che di vendita. A titolo esemplificativo si allegano alcune ipotesi frutto del lavoro della commissione contratto con la consulenza del collega Luigi Carletti, esperto di formazione e strategie editoriali.

FORMAZIONE PERMANENTE. In un mondo dell’informazione in perenne divenire, nel quale giocoforza si dovrà imparare a ridefinire costantemente percorsi professionali e modelli produttivi è indifferibile inserire, nell’impianto contrattuale, una norma articolata che preveda la formazione permanente. Non è più sufficiente un’aleatoria forma di aggiornamento individuale,  necessario prevedere un costante rapporto di confronto e sviluppo fra competenze e ricerca, fra tecnologia e professione. Dare avvio al più presto alla nascita dell’ente bilaterale per gestire a livello nazionale e regionale i processi di formazione permanente e fare sintesi delle esperienze più avanzate presenti sui territori sono le priorità che la Giunta Asr indica alla Fnsi.

CONTRATTO E PARI PPORTUNITA.  La Giunta della Asr fa proprie e sottopone alla Fnsi le linee guida della Commissione Diritti e Pari Opportunità dell’Associazione che viene allegato al presente documento.

TUTELA LEGALE DEI GIORNALISTI.  E’ innegabile come il generale scadimento dei rapporti sociali e la crisi dei modelli istituzionali abbiano opacizzato il ruolo sociale del giornalista. Questo decadimento della funzione democratica dell’informazione e, di riflesso dei suoi protagonisti, si evidenzia bene nel drammatico elenco delle colleghe e dei colleghi minacciati e intimiditi quotidianamente. Non si tratta di episodi isolati, ancorché gravi, ma di una vera tendenza a impedire il libero esercizio del diritto a informare e quindi dei cittadini a essere informati. Un trend che ha per strumenti le cosiddette querele temerarie e l’abuso delle denunce, soprattutto civili, per diffamazione. Anche su questo terreno la Fnsi dovrebbe sviluppare un’azione comune con gli editori: sul versante legislativo per portate a compimento una modifica delle legge sulla stampa (datata 1948!), su quello contrattuale per inserire formule di salvaguardia legale da estendere a collaboratori fissi e occasionali.

ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO, DIREZIONE E MONDO WEB.  Il progressivo consolidamento del web come ecosistema in cui si configura l’informazione, richiede uno sforzo di ridefinizione dell’organizzazione del lavoro giornalistico. La vecchia piramide redazionale ha fatto il suo tempo e deve confrontarsi coi prototipi organizzativi della rete sempre più ispirati a modelli orizzontali. Questo pone un problema di democratizzazione della linea gerarchica in cui il ruolo del direttore va ripensato profondamente. Un primo passo potrebbe essere quello di inserire nell’articolo 6 una fiducia biennale che metta le redazioni in grado di ridiscutere il patto con la direzione alla luce della costante verifica del piano editoriale. Così come, sul versante della tutela del diritto alla proprietà intellettuale e del dovere di trasparenza nei confronti degli utenti è bene inserire la previsione di un obbligo di firma o riconoscibilità di tutto ci che viene pubblicato sul web.

ADDIO TELEVISIONI?  La Giunta della Asr ha da tempo sottolineato come l’attuale modello contrattuale, basato quasi esclusivamente sulla carta stampata, sia inattuale e per molti versi anacronistico. La Giunta esprime la sua preoccupazione rispetto alla trattativa in atto nella quale è totalmente assente la controparte dell’emittenza nazionale, sia pubblica che privata. Segnalando alla Fnsi come ciò avvenga anche in contrasto con le conclusioni del Congresso Nazionale di Bergamo. Il contemporaneo varo della cosiddetta Confindustria delle Tv può prefigurare un ulteriore spaccatura nel mondo della professione giornalistica, già indebolito da fenomeni come la polverizzazione delle testate, il precariato e il sommerso. Va recuperato a breve un tavolo di confronto con l’emittenza nazionale sul quale affrontare temi strategici come la crisi dell’informazione generalista, il rapporto col web e più in generale gli assetti produttivi del futuro.

E GLI UFFICI STAMPA? Discorso analogo a quello dell’emittenza, sarebbe possibile, sotto il profilo della loro contrattualizzazione, per gli uffici stampa. Un universo di colleghe e colleghi che si divide fra il fallimento delle legge 150 nel pubblico e la mancanza di regole certe nel privato. Va affrontata e risolta la vexata questio del comunque collegati ad aziende editoriali (articolo 1 del Cnlg), puntualizzazione che frena la possibilità di estendere il contratto a soggetti che, nel moderno assetto della comunicazione/informazione, svolgono un lavoro assimilabile a quello giornalistico. Così come andrebbero previsti nel contratto percorsi di regolarizzazione e formazione anche per gli uffici stampa.

ALLEGATO 1 – PROPOSTA SU PRECARIATO E LAVORO AUTONOMO

I giornalisti non dipendenti oggi rivestono un ruolo fondamentale nella realizzazione del prodotto informativo. Nonostante competenze professionali elevate, i diversamente giovani (secondo il rapporto Lsdi più dell85% degli iscritti alla gestione separata dell’Inpgi ha un’età compresa tra i 31 e i 60 anni) lavorano in condizioni di precariato a vita ormai non più sostenibili. Da qui la necessità di un contratto collettivo inclusivo in grado di garantire a tutti i giornalisti, anche quelli che lavorano fuori dalle redazioni, modalità di lavoro corrette e tutele contrattuali, anche nell’ambito di una nuova organizzazione del lavoro.

ARTT. 2 E 12

Il Ccnlg già contempla – oltre all’art. 1 – altre figure professionali flessibili come quelle del collaboratore fisso (art. 2, a tempo determinato e indeterminato) e del corrispondente (art. 12) che, pur svolgendo il loro lavoro con assoluta flessibilità negli orari, nelle prestazioni e nei compensi, sono comunque inquadrate con tutele di legge e di contratto (stabilità, malattie, ferie, tredicesima mensilità, maturazione del Tfr).

Si propone di sommare l’indennità di contingenza nelle tabelle allegate e di prevedere un fisso minimo mensile, per esempio, calcolato sul numero delle collaborazioni e/o sulle giornate effettive di lavoro per produrre il servizio, il reportage, il video ecc. Va poi previsto, a parte, un compenso proporzionale (concordato tra le parti) per gli articoli eccedenti quelli stabiliti, come anche per quelli eventualmente pubblicati sul sito web della testata o per eventuali foto e/o video. In caso di rapporto di esclusività va previsto un sovrapprezzo congruo che ristori il giornalista dalla mancata possibilità di collaborare anche con altre testate.

NUOVO ARTICOLO COLLABORATORI NON FISSI

Si propone, inoltre, di introdurre un nuovo articolo (art.53: COLLABORATORI NON FISSI: I giornalisti che svolgono prestazioni di lavoro saltuarie (nei confronti di un editore ma non saltuaria in termini di continuità dell’esercizio della professione ndr ) hanno diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto ai sensi dell’art. 36 della Costituzione, ovvero, come stabilisce la legge n. 233/2012, alla corresponsione di una remunerazione proporzionata  alla  quantità  e alla qualità del lavoro svolto,  tenendo  conto  della  natura,  del contenuto e delle caratteristiche  della  prestazione  nonché della coerenza con i trattamenti previsti dalla  contrattazione  collettiva nazionale di categoria in  favore  dei  giornalisti  titolari  di  un rapporto di lavoro subordinato). Il nuovo articolo  mira a garantire maggiori tutele contrattuali ed economiche per i collaboratori occasionali/freelance (che vogliono continuare a utilizzare le forme di lavoro non subordinato) valorizzandone l’autonomia e la flessibilità, anche negli orari e nelle mansioni. La ratio: costa di più il prodotto intellettuale di un libero professionista che è gravato dell’alea di non essere dipendente (con tutti i rischi e le spese  di stare sul mercato), per cui se si prevede il lavoro a giornata, il compenso va parametrato al costo della giornata lavorativa del dipendente (con versamento dei contributi previdenziali e sanitari -inpgi 1 e nuovi profili casagit-, maggiorazioni per i festivi o i notturni, spettanze di fine rapporto, copertura legale e delle spese assicurative -soprattutto per i freelance che lavorano in zone a rischio-) maggiorato di un’indennità compensativa variabile – per esempio, per il mancato superamento di un mese di lavoro- inversamente proporzionale al numero delle giornate lavorative: meno giorni viene impiegato il giornalista, più costa, proprio perché ha meno certezze di continuità professionale e rischia maggiormente nel reperire un nuovo editore committente. Ferma restando la libera contrattazione tra le parti (per esempio, il giornalista che ha un’esclusiva o fa un’inchiesta o un reportage e propone il lavoro al miglior acquirente), occorre poi tener conto della natura e del tipo di prestazione (per esempio, l’inchiesta o il reportage richiedono più tempo e più lavoro di editing che un pezzo basato su un’agenzia).

REGOLE CERTE

Al fine di incentivare percorsi trasparenti e regolati ed elevare la professionalità anche tramite una formazione mirata  andrebbe rivisitato l’art. 4, in particolare andrebbe previsto l’obbligo (e non la facoltà) per la Commissione nazionale paritetica di verificare l’andamento del mercato del lavoro giornalistico. Al posto (o accanto) delle liste di disoccupazione Fieg/Fnsi si propone di istituire una sorta di banca dati/lista di mobilità, cui far riferimento  anche per le varie competenze (per aree, settori -video, online ecc-, nuove figure professionali (data journalist, social editor, ecc). I corsi di aggiornamento professionale per i giornalisti privi di occupazione o che non abbiano un rapporto di lavoro subordinato già previsti dall’attuale Ccnlg non possono rimanere sulla carta, ma va introdotto l’obbligo di fare formazione mirata al reinserimento nel mercato del lavoro). Va poi inserito (sempre allart.4) l’obbligo di informazione al sindacato/cdr su tutti i rapporti di lavoro in essere – nei prodotti editoriali di ogni genere – a prescindere dalla forma contrattuale, indicando: durata dei rapporti, anni di lavoro con lo stesso committente, eventuale clausola di esclusiva, numero di stabilizzazioni effettuate e tempi delle future stabilizzazioni, percentuali di utilizzo complessivo di forme di lavoro flessibile in funzione del numero di dipendenti art. 1 dell’azienda. Questa certificazione dei giornalisti e delle relative forme contrattuali che li vincolano all’editore devono necessariamente risultare congrui rispetto ai relativi prodotti editoriali derivanti dalla loro attività. Va inoltre previsto il diritto di prelazione dei collaboratori strategici (precari, ovvero titolari di contratti a termine e parasubordinati/co.co.co. o partite Iva che lavorano in regime di monocommittenza -o committente prevalente- con continuità e e/o esclusiva) che entrano a far parte di un bacino dal quale l’azienda attingerà in modo preferenziale per i contratti di sostituzione a termine e per eventuali assunzioni a tempo indeterminato. Si tratta di un sistema assolutamente coerente anche rispetto al gradimento da parte dei lettori/acquirenti del prodotto editoriale che rinnovano la propria scelta anche in virtù delle firme dei suddetti collaboratori strategici e della qualità del loro lavoro. Si ritiene necessario fare un riferimento esplicito a quanto attualmente previsto dalla Riforma Fornero rispetto alla presunzione di subordinazione per co.co.pro. e partite Iva.

RAPPRESENTANZA

I collaboratori non fissi hanno diritto a eleggere un loro delegato in seno al Cdr (art. 34) scelto tra coloro che collaborano per 6 mesi (per esempio) l’anno con quella testata. A loro si applicano gli stessi diritti e tutele dei delegati eletti dai lavoratori dipendenti.

ALLEGATO 2 – LINEE GUIDA DELLA COMMISSIONE DIRITTI E PARI OPPORTUNITA’

ALL’ART. 7  Alla giornalista (o al giornalista unico affidatario) con prole fino a 14 anni si estende la facoltà (ex art. 53 D. leg. ,2001 n 151 e successive modifiche) di non effettuare lavoro notturno fra le 22.00 e le 8.00.

ALL’ART. 22  Salvo diversi accordi fra le parti,  vietato il trasferimento, il distacco e/o il mutamento di mansioni della giornalista-madre e dei beneficiari ex L. 104

ALL’ART. 24 Estendere il congedo matrimoniale anche ai giornalisti che contraggano matrimonio anche solo religioso (su presentazione di certificato rilasciato dall’Autorità religiosa); ai giornalisti che sottoscrivano l’unione presso i registri comunali delle unioni civili; ai giornalisti che contraggano matrimonio all’estero (unioni omosessuali).

Aumentare a 30 (rispetto ai 5 previsti dalla legge) i giorni di malattia del/la figlio/a tra i 3 e gli 8 anni che danno diritto a permessi, e prevedere la loro retribuzione al 100% (questo anche per i minori di et compresa tra 0 e 3 anni), nello spirito del disposto ex art. 47 D.Lgs 151/2001 e secondo quanto già previsto nel contratto del pubblico impiego.

Aumentare a 15 gg. il permesso retribuito di paternità per nascita.

ALL’ART. 47 Nello spirito e ai sensi dell’Accordo quadro sul lavoro a tempo parziale del 20.01.1998 (Direttiva 97/81/CE del Consiglio del 15 dicembre 1975); delle Guidelines for Member States about employment policie for 2001 adottate dal Consiglio Europeo; del Pacchetto conciliazione lavoro famiglia del 2008; nonché delle misure previste ex L. 125/1991 (e successive integrazioni D.Lgs. 198/2006) ed ex L. 53/2000 (Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per i diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città, in particolare all’art. 9, cosi come modificato dalla L. 69/2009), la Commissione Nazionale Paritetica ha facoltà di promuovere accordi di secondo livello sulla conciliazione dei tempi,  concernenti l’accesso al lavoro e lo sviluppo della professionalità delle lavoratrici madri e con carichi familiari e la loro collocazione nell’organizzazione del lavoro. In particolare, sarebbe utile prevedere  in un apposito PROTOCOLLO progetti che sostengano la flessibilità degli orari e delle forme di organizzazione del lavoro, anche attraverso misure aziendali cosiddette family friendly: banca delle ore, orario flessibile in entrata ed uscita, orario concentrato, contratti a orario ridotto, modulato e flessibile, orario di lavoro coincidente con quello scolastico e/o voucher per servizi di babysitting, sperimentazione del telelavoro.

ALLEGATO 3 – NUOVI PROFILI PROFESSIONALI ORIZZONTALI

N:B: Le definizioni sono provvisorie e si ispirano al lessico del web

ARCHITETTO DELL’INFORMAZIONE

L’architetto dell’informazione è un giornalista che progetta, sviluppa e collauda portali, siti, applicazioni internet con un approccio alla tecnologia che  prima di tutto umanistico e giornalistico. Ha competenze di digital strategy, quindi  in grado di vedere come i contenuti di una testata possano essere orchestrati secondo logiche sinergiche e polifoniche. Un architetto dell’informazione che progetta un sito editoriale deve avere perciò solide competenze giornalistiche ed editoriali, deve conoscere i differenti media e la loro interazione, deve possedere una sviluppata capacità di sintesi e di critica rispetto ai contenuti disponibili e rispetto alla loro percezione online, anche per poterne proporre sviluppi ed estensioni multimediali. E’ dunque probabile che  nell’editoria digitale  l’architetto dell’informazione non sia semplicemente un giornalista ma un signor giornalista, cioè un professionista con esperienze consolidate, sviluppate in campi diversi e con quella maturità professionale utile al confronto con l’editore e con i colleghi che devono contribuire al progetto e alla sua evoluzione.

SOCIAL JOURNALIST

Il social journalist conosce la storia e le dinamiche, i meccanismi di diffusione virale e i trend principali del mondo social, con tutti i pregi e i limiti che questo mondo oggi presenta, anche  e soprattutto  in relazione alle sue interazioni con il mondo dell’informazione più o meno ufficiale. Saper gestire l’area social significa saper riconoscere nella cronaca di tutti i giorni e nella normalità della rete, quali sono i crocevia più interessanti attraverso i quali transitare per organizzare una community che progressivamente si riconosca nella propria testata. Oggi la community interagisce con la testata in un rapporto dialettico e simultaneo che la tecnologia rende immediato e apparentemente semplice. Un dialogo talmente diretto da considerarsi ormai integrato nell’idea stessa di community. La community, per una testata, è un patrimonio che reclama una cura costante, professionale, non improvvisata. Il social journalist diventa lo specialista in grado di decifrare, tradurre e valorizzare ogni tipo di scambio e di ibridazione possibile dei contenuti.

DATA JOURNALIST

Il giornalismo dei dati è detto anche giornalismo di precisione. Il che significa che nell’informazione basata sui fatti, i dati costituiscono un ingrediente fondamentale. Quanto più un giornalista riesce a lavorare sulla raccolta, sull’analisi e sulla sistematizzazione dei dati, tanto più dà al proprio lavoro forza, spessore e autorevolezza. Lo sviluppo del mondo digitale, con le sue diverse applicazioni tecnologiche, ha allargato i confini di questo mondo aprendo scenari e possibilità che fino a qualche anno fa erano insospettabili. Perché? Intanto perché gli archivi sono diventati database, ovvero sistemi digitali di archiviazione dinamica ai quali  con le opportune autorizzazioni  si può accedere anche da remoto. In secondo luogo perché quel movimento in atto in molti paesi che va sotto il nome di open data (Usa e Uk in primis) ha consentito di avere accesso a numerosi archivi pubblici all’interno dei quali i dati diventano consultabili e, dunque, incrociabili. Negli ultimi anni, principalmente negli Usa, alcune delle più interessanti inchieste giornalistiche da Premio Pulitzer sono state costruite così: attraverso un’analisi dei dati riguardanti un determinato fenomeno o una particolare vicenda. Per leggere i dati, per interpretarli e sistematizzarli in chiave giornalistica, serve una professionalità giornalistica, o comunque un profilo in grado di capire che cos’è una notizia fino a immaginarne i possibili sviluppi. Fino al punto di chiedere ai tecnici della propria azienda editoriale di dargli un software o uno spider che leggendo una mole ingente di dati in un tempo non umano possa restituirgli, il prima possibile, determinate risposte (vedi il recente caso del Guardian con la vicenda Snowden).

ECOSYSTEM JOURNALIST

Lo sviluppo della rete in tutte le sue diverse declinazioni ha fatto sì che l’ecosistema informativo abbia acquistato una grande complessità e, al tempo stesso, una ricchezza di informazioni mai registrata prima d’oggi. Lavorare in una testata giornalistica, oggi, significa fare riferimento a uno o più ecosistemi informativi. Il quotidiano locale, per esempio, dovrà occuparsi principalmente di fatti, persone, soggetti sociali di un ecosistema informativo compreso perlopiù entro determinati confini geografici. Allo stesso modo la testata sportiva o economica dovrà occuparsi di un ecosistema informativo più o meno circoscritto. A maggior ragione questo varrà per testate verticali con un focus settoriale o ipersettoriale. Analizzare e decodificare il flusso di contenuti sulla rete (in particolare con uno studio dei mainstream) significa, rispetto al passato, aprirsi a un numero enormemente superiore di potenziali fonti informative, di sollecitazioni, di idee e di possibili spunti di riflessione e indagine giornalistica. Significa attingere  attraverso un lavoro metodico  a un patrimonio di informazioni che solo fino a pochi anni fa sarebbe stato semplicemente impensabile e che oggi, paradossalmente, in gran parte continua a non essere indagato. Lecosystem journalist è quindi un giornalista che ben conosce la rete e le sue dinamiche, possiede gli strumenti culturali e tecnologici per le analisi dei flussi web rispetto ai temi di maggiore interesse per la propria testata, con la capacità di individuare nascenti aree di particolare fervore 2.0, personaggi emergenti e trend in fase di crescita, incluso il fenomeno del passaparola online.

VISUAL JOURNALIST

In una redazione multimediale il visual journalist non ha solo il compito di produrre ma anche  e soprattutto  quello di immaginare e di suggerire soluzioni che possano indirizzare il lavoro dei colleghi fin dall’impostazione di un progetto basato (anche) sulle immagini, sia esso legato a una notizia, a un approfondimento o a un reportage. E’ perciò indispensabile che il visual journalist sia un giornalista capace di raccontare attraverso contaminazione di generi, di strumenti, di tecniche: dal video professionale al video-mobile, dall’infografia interattiva all’animazione, fino all’utilizzo di testo, di musica e di effetti grafici coerenti. Con la costante consapevolezza degli strumenti di delivery utilizzati dall’utenza. In un ideale workflow della redazione del futuro, il visual journalist non sta alla fine del processo ma partecipa fin dall’inizio, perché il suo contributo è parte integrante della progettazione di un servizio: se l’autore (o gli autori) di quel servizio raccoglieranno del materiale con determinate caratteristiche, egli potrà aiutarli a costruire un prodotto multimediale più efficace di altri. Nel mondo dell’informazione digitale il visual journalist ha diritto a un posto fisso al desk delle decisioni. Da un punto di vista retributivo le nuove figure professionali, in ragione del loro contenuto di specializzazione e professionalità, andrebbero inquadrate nei profili medio-alti.

(da sito Franco Abruzzo)