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  • Da: Assostampa FVG
  • marzo 24, 2015

CRISI PICCOLO, DE BENEDETTI RISPONDE

riceviamo e diffondiamo:

Carlo De Benedetti

Gentile Signor Sabatti,
il contenuto della sua lettera mi conferma, qualora ce ne fosse stato bisogno, quanto sia stata giusta la scelta di Udine, con una partecipazione di pubblico davvero straordinaria. Infatti nella sua lettera lei fa riferimento a un mondo che non c’è più o, per meglio dire, nel quale la sua bellissima città ha perso troppe occasioni per sfruttare la sua posizione geografica – oltre che storico-culturale – che la rendevano il porto naturale del Mediterraneo per tutto il nord dell’Europa. In questa concezione di un mondo che Trieste si è lasciata sfuggire, vorrei ricordarle più specificamente la crisi dell’editoria quotidiana che ci ha COSTRETTO ad azioni di adattamento dei mercati diffusionali e pubblicitari, che per fortuna sono state efficaci e tempestive. Il direttore e la redazione de Il Piccolo lo hanno capito, sottoscrivendo ultimamente un accordo che è stato considerato soddisfacente, pur con i sacrifici imposti dalla situazione.
Continui a comperare Il Piccolo, perché è pieno di notizie dalla regione e dal mondo ed è scritto da validi giornalisti in armonia con un ottimo direttore.
Cordiali saluti, Carlo De Benedetti

Ecco la lettera aperta inviata ieri a De Benedetti dal collega Pierluigi Sabatti:

Ingegner De Benedetti,
l’aver organizzato a Udine le giornate della “Repubblica delle idee” dedicate alla multiculturalità mi ha stupito perché se c’è una città in questa regione in cui la multiculturalità è di casa da secoli quella è Trieste. Non faccio questioni di campanile, ma di tradizioni. Le ricordo che il Friuli celebrerà, con fondi regionali, la “Fieste Patrie dal Friul” che non mi sembra multi ma mono-culturale.
Mi è stato anche detto che si è scelto il capoluogo friulano, e il suo giornale “Messaggero Veneto”,  perché non ci sono le tensioni sindacali che invece si avvertono a Trieste.
Ebbene, ingegnere, si è chiesto perché a Trieste c’è un così forte disagio, da far temere per la riuscita di una manifestazione del giornale-corazzata del suo gruppo editoriale?
Evidentemente no.
Eppure dovrebbe sapere che si sta smantellando un giornale nato nel 1881. Fondato da un geniale giovanotto di 21 anni, che aveva dovuto sin dai 14 mantenere la famiglia per la morte del padre. Un giovane che è stato un sostenitore della causa italiana e che perciò è diventato senatore del Regno. Anche se in vecchiaia, la sua origine ebraica, l’ha costretto a perdere” i suoi privilegi e il giornale.
Caro ingegnere, l’aver realizzato qui la manifestazione (o anche altre iniziative) avrebbe sostenuto questo giornale, insieme magari a qualche investimento (i risultati economici del suo gruppo mi sembra che consentano qualche “larghezza”), nel rispetto di una storia che dura da 134 anni e in cui la città si riconosce.
La politica che il suo gruppo sta facendo riguardo al Piccolo mi pare stia dando pessimi risultati, come la perdita di copie e di ruolo che si estendeva anche oltre i nostri confini.
La prego di riflettere su queste considerazioni di un vecchio redattore del Piccolo, affezionato al suo giornale e alla sua città.
Pierluigi Sabatti