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  • Da: Assostampa FVG
  • novembre 04, 2005

Del Boca: procedimenti disciplinari

ROMA Non è da escludere che in alcuni casi si possano aprire procedimenti disciplinari. Lo scrive il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Lorenzo Del
Boca, in una lettera inviata al segretario della Federazione nazionale della stampa e ai presidenti degli ordini regionali.
Era stata la Fnsi infatti a «sollecitare interventi nei
confronti di alcuni colleghi che consentivano l’uscita dei loro giornali, nei giorni di sciopero», e oggi Del Boca risponde ad un problema che a suo avviso «contiene in sè elementi di estrema delicatezza».
«Il primo – spiega il presidente – è quello di
salvaguardare l’autonomia decisionale di ogni singolo istituto e, nel suo ambito, di ogni singolo organismo. In questo contesto sarebbe quanto mai discutibile l’iniziativa di suggerire linee d’azione deontologica ai Consigli Regionali. E men che meno questa richiesta dovrebbe venire da un organismo formalmente terzo come la Fnsi. Fatte le debite proporzioni, sarebbe come se
Berlusconi o Castelli, Epifani o Pezzotta suggerissero alle procure e ai Tribunali quali processi celebrare e come».
«Ma certo in varie città, sono stati segnalati episodi
sgradevoli e certo, l’Ordine non può passare sotto silenzio il clima di intimidazione – e, qualche volta, di ricatto – che si respira in alcune redazioni. È censurabile la volontà di alcuni colleghi che – ricoprendo ruoli significativi nella gerarchia del giornale – chiamano al lavoro precari, free-lance o stagisti che non sono nelle condizioni di rifiutare per la debolezza implicita nei loro minuscoli contratti di collaborazione. Improvvisano così una redazione affidando incarichi impropri e praticamente soltanto per il tempo dello
sciopero, al solo scopo di far uscire un giornale che,
altrimenti, non potrebbe essere realizzato. È del tutto
evidente – continua Del Boca – che viene così violato il
dettato dell’art. 2 della legge del 1963 che impone la lealtà e la solidarietà fra colleghi. In questi casi, dunque, non è eslcuso che si possano aprire procedimenti disciplinari».
«Tuttavia – secondo il presidente – perchè la procedura sia efficace, occorre che vengano indicati elementi oggettivi di qualche peso e di qualche rilevanza. I procedimenti disciplinari non sono nè giudizi soggettivi su comportamenti personali, nè valutazioni di politica sindacale. È necessario che i Comitati di redazione – e in generale i colleghi più sensibili – possano fornire elementi concreti in base ai quali sia consentito aprire
delle indagini preliminari. Addebiti precisi, insomma, sorretti da testimonianze che descrivano comportamenti scorretti che vadano oltre la ‘normalè non-partecipazione allo sciopero.
Naturalmente – conclude – mi auguro che i futuri scioperi di categoria registrino un’adesione così compatta e convinta tale da rendere inutile ogni pur velato ricorso agli Ordini regionali dei giornalisti». (Ansa)