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  • Da: Assostampa FVG
  • novembre 27, 2012

DIFFAMAZIONE, AFFOSSATA LA LEGGE

Con 123 no, 29 sì e 9 astenuti il Senato non ha approvato l’articolo 1 del ddl sulla diffamazione. L’articolo conteneva tra l’altro le norme che prevedono il carcere per i giornalisti. Il presidente del Senato, Renato Schifani, alla luce del voto ha sospeso la prosecuzione dell’esame del testo. La bocciatura dell’articolo 1 del ddl di fatto comporta lo stop dell’intero provvedimento. L’appello alla riflessione fatto dalla seconda carica dello Stato, raccolta venerdì dalla Fnsi ha avuto uno speculare sviluppo nella riflessione fatta poco fa dall’aula del Senato che ha bocciato l’art. 1 della proposta di legge sulla diffamazione a mezzo stampa che puniva i cronisti con il carcere e con le multe e i direttori con forti sanzioni pecuniarie. La grande iniziativa comune dei giornalisti e degli editori, nonché di decine di associazioni impegnate sul terreno dei diritti civili, ha consentito un importante gesto di responsabilità che trova una risposta istituzionale significativa per quanto non risolutiva di tutti i problemi aperti. La Fnsi ringrazia le autorità istituzionali e le forze politiche che hanno voluto, alla fine, compiere una scelta che evita al Paese un rimedio peggiore del male che si voleva curare: nessuna tutela efficace per il diffamato, punizioni fino al carcere per i cronisti, soprattutto quelli di frontiera impegnati nelle inchieste sul male affare, nell’osservazione critica dell’attività pubblica, sanzionati in maniera più pesante tanto più inquadrati nelle qualifiche basse, o semplicemente precari o freelance. Piuttosto che compiere questa grave ingiustizia era meglio lasciare le cose come stanno, come accadrà, nell’immediato, dopo questo voto. Rimane aperto il nodo delle manette per il giornalismo, che dev’essere chiamato all’esercizio eticamente responsabile della professione per far circolare le verità delle notizie di pubblico interesse e tanto più di quelle che certi poteri vorrebbero coperte per tenere nascosti problemi che debbono essere conosciuti. Cancellare il carcere resta un obiettivo come lo è quello per nuove regole a garanzia dei cittadini, specie di quelli più deboli, con l’introduzione nel nostro ordinamento di una rettifica documentata di eventuale verità alternativa da pubblicare nell’immediatezza della vicenda contestata e del Giurì per la lealtà dell’informazione che ne sia il garante autorevole e indipendente. Per queste ragioni, la Fnsi mantiene alta la propria iniziativa civile permanente contro l’oscuramento delle verità, per il diritto alle notizie e per la dignità dei cittadini. Per questo rimane il no alla soluzione del carcere e alle minacce improprie dei giornalisti, affinché siano affermati questi valori e questi diritti, nel giusto bilanciamento fra loro all’interno del nostro ordinamento giuridico, che deve essere interamente e correttamente riformato, con serenità e equilibrio.