DIFFAMAZIONE, LA VENDETTA DELLA POLITICA
La casta politica si vendica e tenta di mettere a tacere la libera informazione, che da anni ne denuncia il degrado etico e i mille episodi di malaffare. Dopo il si’ con voto segreto e trasversale al ddl che prevede la carcerazione per i giornalisti condannati per diffamazione, sono in molti ad auspicare che la conferenza dei capigruppo, convocata per oggi dal presidente del Senato Schifani, possa azzerare il provvedimento. Che a questo punto sarebbe peggiore della legge esistente, che doveva essere migliorata.
I malpancisti forcaioli – dice la Fnsi – dietro il muretto a secco del voto segreto chiesto da Lega e Api, hanno scritto una pagina vergognosa votando per la reintroduzione del carcere per i giornalisti, che veniva cancellato da una proposta di riforma dell’attuale normativa. La legge in discussione sulla modifica delle norme per i reati a mezzo stampa, a questo punto, non ha più alcun senso: è peggiorativa rispetto alla precedente ed è in totale contrasto con la giurisprudenza europea.
E’ inoltre incoerente con quanto votato nella stessa seduta dal Senato, quando era stato accolto un emendamento del senatore Vita che precisava valore e portata della rettifica. Questo progetto di legge, è del tutto evidente, così non può più andare avanti. Schifani ha fatto bene a sospenderne l’esame per una riflessione, ma l’unica soluzione possibile è affossarlo definitivamente. In caso contrario – è certo – ci penserà la pubblica opinione. E i giornalisti saranno con essa in campo con ogni azione possibile, la più nitida e ferma. C’è la pausa di riflessione del Senato, ma già oggi, con la Conferenza dei Cdr convocata a Fiuggi, ogni ulteriore azione anche di categoria sarà possibile. Stupisce che i 131 parlamentari, nascosti dietro il voto segreto, non riescano a comprendere che la loro voglia di punire la stampa con il pugno di ferro diventerà la loro ossessione e la loro punizione. La libera informazione, in democrazia, non è mai un nemico da abbattere.