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  • Da: Assostampa FVG
  • maggio 24, 2010

DIRETTORI CONTRO LA LEGGE BAVAGLIO

Sul ddl intercettazioni e i limiti che vorrebbe imporre sul diritto di cronaca, confronto confermato tra i direttori dei giornali italiani oggi per l’iniziativa della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Lo ricorda il segretario della Federazione Franco Siddi. L’incontro si terrà in videoconferenza alle ore 15 tra le sedi della Federazione a Roma, e del Circolo della Stampa a Milano.
«Sono stati invitati tutti i direttori – spiega Siddi – allo scopo di tenere viva la luce, come sta avvenendo in questi giorni da parte di tutte le testate, sull’informazione che rischia di essere negata se passeranno le norme più oscurantiste del Pdl sulle cosiddette intercettazioni, che prevedono il divieto di pubblicabilità persino sugli atti di indagine non più coperti da segreto e il silenzio tombale sulla cronaca giudiziaria».
È prevista la partecipazione, distribuita tra le due sedi della conferenza, tra gli altri, di Mario Calabresi (La Stampa), Ferruccio De Bortoli (Il Corriere della Sera), Ezio Mauro (la Repubblica), Vittorio Feltri (Il Giornale), Gianni Riotta (Il Sole 24 ore), Bianca Berlinguer (Tg3), Luigi Contu (Ansa), Roberto Napoletano (Il Messaggero), Emilio Carelli (Sky Tg24), Stefano Del Re (La Nuova Sardegna), Corradino Mineo (Rainews24), Antonio Padellaro (Il Fatto Quotidiano), Carlo Bollino (Gazzetta del Mezzogiorno), Mario Sechi (Il Tempo), Maurizio Belpietro (Libero), Marco Tarquinio (Avvenire), Concita De Gregorio (L’Unità).
«Si prevede – aggiunge Siddi – una partecipazione molto ampia. Il giornalismo italiano è chiamato ad un impegno professionale rigoroso per fermare le norme che impediscono la corretta informazione dei cittadini e riaffermare tutti i significati dell’informazione come bene pubblico intangibile. Questa è l’ora di un appello decisivo al Senato perchè, anche alla luce della chiara evidenza resa in questi giorni da tutte le testate sui rischi di mutilazione del diritto dei cittadini ad essere informati, sia fermato il procedimento in corso e si apra una seria e puntuale riflessione sulla reale posta in gioco e sul bilanciamento dei diritti che devono essere primariamente assicurati ai cittadini. Ma le notizie non possono essere mai considerate un nemico della vita comunitaria e civile e l’informazione libera e plurale è l’essenza stessa della convivenza democratica». «Le notizie – conclude – non possono essere considerate un reato. Le notizie di reato invece sono altra cosa e di queste l’informazione deve poterne dare conto con correttezza e rigore».