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  • Da: Assostampa FVG
  • novembre 05, 2015

DISDETTA CONTRATTO: LE POSIZIONI DI FIEG E FNSI

“La crisi strufieg-675tturale del settore editoriale impone un segno di discontinuità rispetto al passato, perseguendo obiettivi di economicità, efficienza e flessibilità nella gestione dei rapporti di lavoro giornalistico”. Lo precisa la Fieg nella nota in cui conferma la disdetta del contratto. “I temi su cui gli editori hanno chiesto una profonda revisione delle regole della contrattazione collettiva – prosegue la Fieg – sono stati illustrati in sede negoziale e gli stessi costituiscono le basi su cui la trattativa si è avviata”. La Fieg fa sapere che “con una lettera del presidente Maurizio Costa consegnata alla Fnsi in data 29 ottobre 2015, si è avvalsa della facoltà prevista dall’art. 52, secondo comma, del Contratto Nazionale di Lavoro Giornalistico, di dare disdetta dello stesso contratto collettivo al termine della sua vigenza, e pertanto a far data dal 1 aprile 2016″. “La disdetta – precisa la Federazione degli editori – opererà laddove entro quella data Fieg e Fnsi, impegnati al tavolo di trattativa, non trovino un’intesa sui contenuti del rinnovo contrattuale. La disdetta dichiarata non contraddice l’impegno della Fieg a ricercare una soluzione sul tavolo negoziale, ma deriva dall’esigenza di imprimere alle trattative il necessario impulso”. La Fieg confida che “entro la data di scadenza del vigente contratto collettivo, le parti possano responsabilmente trovare un’intesa che scongiuri l’assenza di regole condivise in un settore nevralgico per il Paese”. La notizia della disdetta, ripresa anche da Il Fatto Quotidiano, è stata rilanciata da componenti sindacali che hanno accusato la Federazione Nazionale della Stampa di averla nascosta. Il sindacato unitario precisa però che il testo della lettera è stata pubblicata sul sito della Federazione da venerdì scorso “a dispetto della malafede di qualcuno che lavora soltanto per far saltare il tavolo e per trascinare la categoria nel caos”.  “E’ bene precisare che la disdetta è una procedura prevista dal contratto che serve ad evitarne l’automatico rinnovo di anno in anno – sostiene il sindacato dei giornalisti sul proprio sito -. Questa facoltà, peraltro, è stata esercitata dalla Fnsi in occasione di tutti i precedenti rinnovi, fatta eccezione per il contratto 2013-2016. Va altresì precisato che la disdetta del contratto non significa rescissione della contrattazione collettiva, la cui validità è confermata dall’intero ordinamento giuridico e dalla stessa Costituzione, tant’è vero che la stessa Fieg ne ha confermato la validità chiedendo di intensificare il confronto per il rinnovo per far sì che il nuovo articolato contrattuale entri in vigore dal 1 aprile 2016″. (ANSA).

Ed ecco la replica del segretario della Federazione Nazionale della Stampa Raffaele Lorusso:

fnsi-600x340“Sulla tempistica siamo assolutamente d’accordo con la Fieg: riteniamo che si possa arrivare al rinnovo del contratto a fine marzo, attraverso un percorso costruttivo. Deve essere però chiaro che la nostra categoria ha perso già troppi posti di lavoro e il prezzo pagato dalla categoria è stato più alto rispetto al resto del Paese in termini percentuali”. Lo afferma il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, interpellato sulla nota della Fieg che conferma la disdetta del contratto. “Gli editori devono essere consapevoli – dice ancora Lorusso all’ANSA – che buona parte delle crisi aziendali le abbiamo pagate noi, attraverso il nostro Istituto di previdenza. Dal 2010 a fine 2014 il costo dei soli ammortizzatori sociali (solidarietà e cassa integrazione) è stato complessivamente di 400 milioni di euro. I posti di lavoro persi, nello stesso periodo, sono stati 3000, con 700 prepensionamenti”. “E’ un mondo in profonda trasformazione e accettiamo la sfida dell’innovazione – sottolinea il segretario Fnsi -. Discutiamo di tutto senza pregiudizi, a condizione però che il primo obiettivo del nuovo contratto sia l’aumento dell’occupazione. Dobbiamo discutere di come si allarga il perimetro occupazionale, includendo i colleghi precari, che sono già all’interno della professione ma sono privi di tutele e garanzie. Allo stesso tempo dobbiamo rafforzare le garanzie per gli autonomi”. “Sulla flessibilità bisogna intendersi – aggiunge -, riteniamo che ce ne sia già molta nel contratto. Se va declinata meglio, siamo disponibili, ma il problema è che molte aziende, anche per pigrizia, non si sono avvalse delle regole in vigore”. “Noi agli editori abbiamo posto un problema – fa sapere inoltre Lorusso -: vogliamo capire quali strategie vogliono mettere in atto per affrontare la crisi della fruizione dell’informazione professionale. Cosa intendono fare, in termini di investimenti, per fare aumentare il numero dei lettori e degli utenti in generale? E’ un nodo che va affrontato in un tavolo complessivo al quale deve esserci anche il governo. E’ necessario un intervento pubblico su questo versante, sia sulla tutela del diritto d’autore, sia sul riequilibrio del mercato pubblicitario che liberi risorse per gli attori del sistema”.