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  • Da: Assostampa FVG
  • luglio 04, 2019

FNSI E CRONISTI MINACCIATI IN AUDIZIONE IN COMMISSIONE ANTIMAFIA

Le storie dei giornalisti minacciati in Commissione parlamentare Antimafia. A raccontarle al
Comitato intimidazioni e condizionamenti mafiosi nel mondo del giornalismo e dell’informazione,
presieduto da Walter Verini, alcuni dei cronisti costretti a vivere sotto scorta per via delle loro
inchieste su criminalità, malaffare e gruppi neofascisti e neonazisti.
Michele Albanese, Federica Angeli, Paolo Berizzi, Paolo Borrometi, Sandro Ruotolo, insieme con
Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale
della Stampa italiana, e con Lorenzo Frigerio, della Fondazione Libera Informazione, hanno
inaugurato oggi un ciclo di audizioni finalizzato ad acquisire elementi e suggerimenti sul problema
delle minacce ai cronisti e, più in generale, sul tema della difesa della libertà di informazione e della
tutela dei giornalisti.
Al centro del confronto questioni quali le scorte ai cronisti minacciati; le querele-bavaglio; la
precarietà che spesso caratterizza le condizioni di lavoro dei giornalisti che indagano sulla mafia;
ma anche il taglio ai fondi per l’editoria; gli attacchi e i tentativi di esponenti politici di
delegittimare il lavoro dei giornalisti; i discorsi d’odio e le fake news, che generano un clima poco
favorevole alla libertà di informazione e alla stessa democrazia; la tutela delle fonti e del segreto
professionale e, infine, l’appello a tenere accesi i riflettori su vicende come quelle di Daphne
Caruana Galizia e Jan Kuciak, uccisi per via del loro lavoro.
A margine dell’audizione, la delegazione è stata ricevuta dal presidente della Commissione
Antimafia, Nicola Morra, con il quale si è discusso delle prossime iniziative da organizzare per
sensibilizzare cittadini e istituzioni sul tema delle minacce agli operatori dell’informazione. «La
decisione di essere presente all’audizione nel comitato preposto è stata una scelta per dare un
segnale forte, deciso. I giornalisti che si occupano di mafie, ma non solo, e che per questo corrono
rischi perché realizzano inchieste, vanno protetti ed ascoltati. Inoltre mi auguro che la prima di
queste manifestazioni di sensibilizzazione si tenga in Calabria», ha osservato Morra.