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  • Da: Assostampa FVG
  • dicembre 12, 2012

GIORNALISTI MINACCIATI

Sono 301 i giornalisti italiani coinvolti dall’inizio dell’anno e fino allo scorso 3 dicembre, in episodi di minacce collegate a motivi professionali: il dato é stato reso dall’associazione Ossigeno per l’informazione, diretta da Alberto Spampinato, durante un convegno su ‘Mafia e informazione: i giornalisti minacciati e le notizie oscurate’ svoltosi al Senato. In 43 casi, gli episodi di minaccia sono stati rivolti a intere redazioni. "Quattro anni fa – ha spiegato Spampinato – abbiamo iniziato a raccogliere un dossier sulle intimidazioni ai giornalisti, ma ancora oggi e difficile far capire la gravità della situazione. Bisognerebbe sempre tenere presente che non riusciamo ancora a sconfiggere la mafia perché non c’é, nell’opinione pubblica, la adeguata percezione culturale di questo fenomeno che ha, tra le sue attività prioritarie, quella di oscurare le informazioni che la riguardano". "Se la Rai – ha proseguito Spampinato – spendesse per fare informazione e approfondimenti sulla criminalità organizzata gli stessi soldi che spende per seguire le partite di calcio, si dimezzerebbe il tempo che ci separa dalla sconfitta delle mafie". L’allarme è stato raccolto da Paolo Butturini, segretario Assostampa Romana, che ha assicurato su questo fronte un maggiore impegno del sindacato sottolineando che le pressioni mafiose contro la libera informazione "non sono solo un crimine perseguito dal codice penale, ma un attentato contro l’articolo 21 della Costituzione in quanto il condizionamento su chi fa inchieste che svelano gli ‘affari’ di Cosa Nostra, è un modo di impedire ai cittadini di vivere appieno la vita del loro paese". "Questi dati forniscono un quadro desolante – ha detto Lirio Abbate – e non bisogna dimenticare il ‘peso’ delle tante cause risarcitorie civili che vengono intentate soprattutto contro i piccoli gruppi editoriali che non hanno le risorse per farvi fronte". "Il gruppo l’Espresso – ha aggiunto il giornalista che vive sotto scorta per aver denunciato i legami tra i ‘colletti bianchi’ e il boss Bernardo Provenzano – ogni anno subisce circa 380 citazioni in giudizio e ne esce vittorioso quasi il 100% delle volte. In pratica, nell’ultimo anno è uscito indenne da 378 cause civili. Bisognerebbe porre un freno alle liti temerarie che hanno il solo obiettivo di fermare le inchieste scomode. Il procuratore Piero Grasso, invece, ha lanciato la proposta "di una legge, da studiare, che abbia l’obiettivo di sanzionare chi ostacola la libertà d’informazione".