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  • Da: Assostampa FVG
  • febbraio 09, 2017

I GIORNALI SUL SUICIDIO DEL PRECARIO FRIULANO. E I GIORNALISTI PRECARI?

La stampa locale e nazionale, persino il Festival di Sanremo, hanno trattato con toni giustamente partecipi e commossi della drammatica storia del precario suicida in Friuli. Alcuni colleghi collaboratori, iscritti all’Assostampa Fvg, ci hanno inviato questa lettera aperta, che diffondiamo al fine di sollecitare una riflessione sulla situazione dei giornalisti precari.

“Perché stanco del precariato e di una vita fatta di rifiuti”, è scritto nel titolo. “Il suo grido simile ad altri che migliaia di giovani probabilmente pensano ogni giorno di fronte a una realtà che distrugge i sogni”, è evidenziato nel sommario. Queste le parole con cui il Messaggero Veneto, testata di proprietà del gruppo Finegil, ha raccontato la drammatica vicenda del suicidio di Michele, un trentenne friulano che ha scelto di dire basta ad una vita fatta di porte continuamente sbattute in faccia e di precariato infinito. Un tema, quest’ultimo, su cui non solo il Messaggero Veneto, ma diversi altri quotidiani del gruppo di cui questa testata fa parte hanno toccato recentemente, spargendo purtroppo molte lacrime di coccodrillo con assai poca coerenza, pontificando bene e razzolando malissimo.

Negli articoli viene infatti denunciata spesso l’inaccettabilità delle condizioni con cui tanti lavoratori sono costretti a fare i conti tra pagamenti irrisori e contratti troppo spesso a termine. “Avere stabilità sarebbe un sogno – Viaggio tra i nuovi schiavi dell’occupazione fra speranze e disillusioni” titolava appena una settimana prima della tragedia di Michele l’altro quotidiano di proprietà Finegil del Friuli Venezia Giulia, Il Piccolo.

Peccato che poi entrambe le testate si riempiano la bocca di indignazione per i drammi altrui, dimenticando totalmente i vergognosi trattamenti riservati ai propri, di lavoratori precari: collaboratori che quotidianamente da anni, a volte anche decine di anni, contribuiscono ogni giorno – domeniche e festività comprese – a realizzare il prodotto finito che si trova nelle edicole, venendo pagati con una media che oscilla tra i 5 ed i 10 euro LORDI ad articolo, ed una busta paga che solo in rari casi tocca i 900 euro al mese, senza indennità di malattia, né ferie retribuite, né tredicesime né bonus alcuno. Giornalisti che ogni mese fanno fatica a sbarcare il lunario, schiavi della precarietà e senza alcuna prospettiva riguardo al proprio futuro, ma che con professionalità assicurano ugualmente il loro impegno a servizio del lettore. Tanti colleghi, alcuni più giovani altri meno, che si trovano a vivere un’esistenza purtroppo non troppo dissimile da quella che ha condannato Michele. La cui lettera molti hanno auspicato possa essere la spinta per un cambio di rotta deciso sul tema del precariato in Italia: tanti sono stati in queste ore gli inviti al mondo politico ed imprenditoriale affinché facciano qualcosa di concreto per vincere questa piaga che sta cancellando un’intera generazione.

Cosa dite, quotidiani regionali del gruppo Finegil: questo cambio di rotta sul tema del precariato lo facciamo iniziare da quelli come voi che per primi avete denunciato l’intollerabilità di questo sistema, oppure ci riempiamo solo la bocca di tante belle parole e molta, moltissima ipocrisia? In ballo ci sono la pelle ed il futuro di un’intera generazione di giovani giornalisti precari – per citare l’incipit del Messaggero Veneto alla lettera di Michele – “tradita” da chi sta “lasciandola senza prospettive”.

 

Riportiamo di seguito il commento del Cdr del Messaggero Veneto:

GIOVANE SUICIDA: CDR MESSAGGERO VENETO, STRUMENTALIZZAZIONI (V.  Giovane suicida: precari FVG, lacrime…  delle 13:16) (ANSA) – TRIESTE, 9 FEB – Il Comitato di redazione del Messaggero Veneto, con un comunicato,  prende le distanze dalla nota con cui l’Assostampa del Friuli Venezia Giulia, facendo propria una  lettera aperta inviata da alcuni colleghi collaboratori iscritti all’Assostampa Fvg , e strumentalizzando in tal modo una notizia di cronaca, ha stigmatizzato il trattamento della testata nei confronti dei propri collaboratori.  Peraltro – conclude il Comitato di redazione del giornale friulano – confondendo la figura dei precari con quella dei collaboratori stessi e dei corrispondenti. La ricostruzione proposta, a fini sindacali,   fuorviante e inaccettabile. (ANSA)

… e la replica di Assostampa FVG

TRIESTE   (ANSA) – TRIESTE, 9 FEB – L’Associazione della Stampa del Friuli Venezia Giulia, con una nota, replica al Comitato di redazione del  Messaggero Veneto e afferma che “l’Assostampa Fvg non si è  mai sognata di strumentalizzare un fatto tragico come il suicidio del precario friulano. Ha diffuso una lettera aperta di alcuni propri  iscritti sulla situazione dei giornalisti precari, quasi sempre pagati poco e male, senza dignitose prospettive professionali, anche nel Friuli Venezia Giulia. E che in buona sostanza chiedono: come mai i giornali parlano dei precari, senza mai parlare dei giornalisti precari che hanno in casa? Fuorviante e inaccettabile, oltre che  imbarazzante – conclude l’Assostampa Fvg – è la nota del sindacato di  base del Messaggero Veneto”. (ANSA).